Mapuche è Enrico Lanza, nato e cresciuto a Catania, cantautore per gioco, per amarezza, probabilmente nel disperato tentativo di esorcizzare i troppi ragni che gli tessevano tele nello stomaco.
Quando non ha più niente da perdere, l’uomo si scopre nudo ed è proprio al centro dei suoi buchi neri che esplodono scintille di purezza. Una purezza d’animo quasi commovente, che pervade l’intero album e che sfiora con dolcezza queste undici canzoni, facendocele amare ascolto dopo ascolto, nella loro grandiosa ed assoluta imperfezione.
D’altronde cosa vuoi dire ad uno che scrive canzoni così genuine come “Al mio funerale”, commoventi come “Io a scuola non ti accompagno più”, profonde come “L’atto situazionista” e che per giunta ha il coraggio di mettersi in gioco, postando su youtube un raffazzonato video di “Faccio schifo al cazzo?”. Niente, lo si ammira a bocca aperta e con gli occhi lucidi, sperando che non smetta mai di scriverli e di cantarli, questi granchi che gli si rannicchiano nel cervello.
No, Mapuche credimi: davvero tu non fai schifo al cazzo, sei acqua limpida, è tutto il resto che sa di marcio.
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