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Interviste

Intervista a MEZZALA

Oggi andiamo ad intervistare Michele “Mezzala” Bitossi. Gia fondatore e leader dei Laghisecchi e membro dei Numero6, approda ora con un album da solista, “Il Problema Di Girarsi” (clicca qui per la recensione) molto interessante che accarezzerà piacevolmente i vostri timpani.

A cura di Fabio La Donna.

Benvenuto tra le pagine di Impatto Sonoro. Hai voglia di presentarti?
Certamente. Sono un ragazzotto genovese che ha da un pochino superato i trent’anni. Scrivo canzoni da quando ne avevo quindici circa, suono la chitarra decentemente, qualche altro strumento piuttosto male e canto alla mia maniera. Ho fatto parte dei Laghisecchi sul finire degli anni novanta e faccio parte dei Numero6 dal 2003. Da qualche tempo ho deciso di intraprendere anche un percorso musicale da solista, battezzandomi per l’occasione “Mezzala”, moniker scelto in omaggio all’altra mia grande passione, il calcio. Da sempre, infatti, sono tifosissimo del Genoa Cfc.

Il problema di girarsi ovvero la vita raccontata con una metafora calcistica. Per te che cos’è il calcio?
A dire il vero le metafore calcistiche di cui parli sono presenti, oltre che nel titolo dell’album, soltanto in qualche canzone. Non è mai stata mia intenzione fare un disco “a senso unico”, che parlasse di una cosa soltanto o in cui si utilizzasse un solo espediente stilistico o narrativo. Detto questo accetto di buon grado anche qualche piccola “forzatura” da parte di chi approccia al mio lavoro anche perchè, dopo tutto, mi sono proposto all’interno di un immaginario di un certo tipo. Certo è che quando mi sento definire “l’ultrà con la chitarra” non impazzisco di gioia, anche se so che anche questo fa parte del gioco. Ho visto la mia prima partita allo stadio Ferraris di Genova, in gradinata nord una domenica primaverile del 1979, a 4 anni. Mi ci portò mio padre, mancato improvvisamente due anni fa. Quel giorno nacque la mia passione sfrenata per il Genoa che continua anche oggi, nonostante il calcio moderno con le sue tessere del tifoso, i suoi tornelli e le sue pay tv e la sua corruzione diffusa mi faccia schifo per tante ragioni. Spesso vorrei lasciar finalmente perdere ma la domenica puntualmente non riesco a fare a meno di andare allo stadio. Spero vivamente che mio figlio Pietro stia lontano dal mondo del pallone.

Come nasce e si sviluppa il processo creativo di Mezzala? Sei soddisfatto del risultato che hai ottenuto?
Sia che si tratti delle canzoni che scrivo per i Numero6 che di quelle dedicate al mio progetto solista, ma lo stesso accade sui pezzi che mi capita di scrivere per altri parto quasi sempre da piccoli frammenti musicali, che vengono fuori suonando liberamente la chitarra. Spesso si tratta di riff, arpeggi, giro di accordi. Quando esce qualcosa che mi pare abbia un senso lo registro e lo archivio. In questo modo mi trovo ad avere decine e decine di spunti su cui lavorare nel momento in cui mi viene la voglia di fare un disco nuovo. A quel punto è un gioco di incastri, vado per tentativi, monto, smonto, aggiungo, tolgo e alla fine mi trovo in mano delle canzoni con un testo in finto inglese. Alle liriche, per me di fondamentale importanza, mi dedico in un secondo tempo. Spesso è un lavoro lungo, a volte arrivano le folgorazioni che butto giù e non tocco più. L’importante è che mi renda conto che quello che sto dicendo ha davvero un senso, qualunque esso sia. Mi capita molto di rado che parole e musica di alcune canzoni escano di getto. Quando succede è strepitoso.

Dalla bellissima Ritrovare il gol è stato girato un videoclip con il mitico Bruno Pizzul. Vuoi raccontarci i motivi di questa scelta e del videoclip?
Intanto grazie per l’apprezzamento. Anche a me quel pezzo piace molto e rappresenta piuttosto bene lo spirito di questo disco, il cui titolo si rifà proprio a una delle più note frasi coniate e usate da Bruno Pizzul nelle sue centinaia di telecronache calcistiche degli anni ottanta-novanta. Mi è venuto naturale provare a coinvolgere nel progetto questo grande personaggio, emblema di un calcio che rimpiango parecchio. Ho recuperato il suo numero da un amico giornalista, l’ho contattato spiegandogli cosa avevo in mente e lui ha accettato di mettersi in gioco per il video senza farselo ripetere due volte. Invito tutti a cercare il clip su youtube e a guardarlo perchè le immagini spiegano molto meglio di ogni mia parola l’autoironia, il garbo e la professionalità di Pizzul. In più trovo che il regista Stefano Piccardo abbia fatto davvero un superlavoro giocando su un’idea solo in apparenza semplice.

Una tua canzone molto bella è “Ortica”. Come mai hai scelta di metterla solo nel 7”?
Sono molto affezionato a quel brano, che di fatto è l’unico piuttosto vecchio di tutto il lotto. L’ho lasciata fuori dalla scaletta dell’album per far posto a “Stai zitta fallo per noi”, che considero piuttosto simile come andamento e struttura ma che lì per lì mi convinceva di più. Mon credo in ogni caso di aver svilito “ortica” inserendola sul 7 pollici insieme a “Che fine faremo”. In un certo senso forse le ho dato anche maggior risalto.

Ci parli della The Prisoner records e dei suoi futuri sviluppi?
Aver fondato un’etichetta indipendente in questo momento storico tragicomico per la discografia è una sfida incosciente che mi appassiona e mi motiva parecchio. Con the prisoner records non ho in programma di diventare ricco, questo è sicuro, ma voglio assolutamente fare le cose per bene, scegliendo e pubblicando artisti che mi piacciono, in cui credo, gente che conosca bene la realtà attuale e, di conseguenza, sappia cosa aspettarsi da una label e cosa dover mettere di suo (in termini di sbattimento più che economici) nei progetti. Parlo della necesità di stare sul pezzo soprattutto in rete, essere proattivi e interagire il più possibile con me e con gli uffici stampa per ottimizzare i lavori sui dischi. Il primo gruppo che ho fatto sono i Lava lava love di Verona, usciti 3 mesi fa e di cui sono molto contento. A marzo esce il disco d’esordio dei Kramers di cui, ne sono certo, si parlerà tantissimo. In arrivo anche il secondo disco di Tarick1 e l’esordio dei Bosio, un gruppo ch adoro. Ci si da da fare insomma…

Cos’è cambiato dai tempi dei Laghisecchi e dei Numero6?
Beh, i Laghisecchi (che in realtà non si sono mai ufficialmente sciolti e che potrebbero sempre tornare da un momento all’altro) hanno smesso di agire nel 2001, un periodo in cui il mondo della musica e, in particolare, della discografia, versavano in una situazione parecchio diversa da quella attuale. Qualche disco si riusciva ancora a vendere, l’etichetta con cui uscivi se credeva in te ti metteva a disposizione un budget più o meno dignitoso per registrare e per promuovere un disco, esisteva ancora qualche “direttore” artistico di qualche major che scovava le band o andandole a sentire dal vivo o ascoltando rozzi demo su cassetta. Adesso è tutto cambiato. La musica viene trattata malissimo sia da chi la fa (c’è una sovrapproduzione demenziale, una spasmodica e patetetica necessità di esserci, di pubblicare qualsiasi stronzata esca da un garage band per mac qualunque) da chi la produce (pullulano ogni giorno pericolosissimi ciarlatani che si professano discografici, manager, agenzie di booking), da chi la ascolta (centinaia di dischi scaricati gratuitamente dal web e accumulati su dischi rigidi senza nemmeno essere stati degnati di un ascolto serio). I numero6, che sono vivi e vegeti e usciranno col nuovo disco a settembre prossimo, dal 2003 ad oggi ne hanno viste di tutti i colori. Se siamo ancora qui, nonostante tutto, qualche motivo ci sarà.

Ho visto che sei in tour un po’ ovunque. Vuoi elencarci qualche data?
Ho deciso di non risparmiarmi. Ho una gran voglia di suonare dal vivo, senza troppe menate. Mi piaceva l’idea di fare concerti un po’ ovunque e ho scelto, almeno per la prima parte, di portare in giro un live in duo insieme al mio caro amico polistrumentista Tristan Martinelli. Era da tanto che volevo propormi dal vivo in maniera scarna, diretta, essenziale. Mi sto divertendo molto, anche se presto anche come Mezzala andrò in giro con una vera e propria band. Da gennaio torno in tour, le date sono tutte su www.mezzala.it

Che regalo calcistico e musicale vorresti per il nuovo anno?
Calcisticamente non c’è dubbio, al Genoa serve come il pane un centravanti di peso, uno che la butti dentro senza se e senza ma. A parte Palacio che è un campione davanti abbiamo Caracciolo, Pratto e Ze Eduardo, gente che si impegna molto ma che per adesso non ha fatto granchè. (N.d.r.: l’intervista è stata realizzata prima dell’acquisto di Gilardino da parte del Genoa e della cessione di Caracciolo al Novara. Ci sentiamo in dovere di pensare che per Mezzala la cosa sia stata ben accolta) Musicalmente vorrei una bella acustica archtop anni cinquanta per fare il figo dal vivo.

a cura di Fabio La Donna

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9iwkNawY3fM[/youtube]

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