IO NON CI SARO’ (CON TUTTO IL MIO ENTUSIASMO)
(ROB3)
Queste le parole con la quale Roberto Terzani, ex-bassista-chitarrista del gruppo di Firenze, ha liquidato la reunion della storica band italiana. Ci eravamo lasciati con il “vuoto pneumatico” di Infinito e ci si ritrova con il “nulla cosmico” di Grande nazione.
Un titolo che per ambiguità batte anche quell’Elettromacumba che rappresentò la cesura tra i vecchi Litfiba, simbolo dell’ennesima rivoluzione sociale “da tavolo” di un’Italia perennemente in crisi, e i fans storici del gruppo che salutarono l’affronto di Renzulli di portare avanti il progetto come una porcata all’ennesima potenza. Grande nazione è un’ulteriore prova di come l’orologio abbia già da tempo battuto la fatidica ora. Vi basterà premere play sulle note di Fiesta tosta e notare come la creatività del duo Pelù-Renzulli sia ormai morta e defunta e non in grado di regalarci emozioni intatte come nei bei tempi che furono ed il “bunga-bu, bunga-bu” di Pelù non vede tra i credits il giusto riconoscimento al nano di Arcore. La bontà del progetto va a farsi benedire definitivamente con il primo singolo estratto dall’album, Squalo, uno dei brani più inutili e privi di qualsiasi carattere determinante che la storia del rock italiano abbia mai prodotto. La voce di Pelù diventa la classica parodia di se stessa, tipica di chi non è in grado nemmeno di riconoscersi, di chi vive come staccato da quello che rappresentava prima per molti. Ovviamente le cose brutte nascondono una bellezza sottesa e interpretabile a piacimento ed ecco che a salvare la nave che sprofonda nell’abisso intervengono le piuttosto oscure note di Luna dark che anticipa la pr ova più mesta del disco, quell’Anarcoide che attraverso i soliti luoghi comuni da centro sociale mette in primo piano le rughe rivoluzionarie del peggior Pelù che la storia della musica ricordi. Grande nazione, a pochi giorni dalla sua uscita, è balzato immediatamente in testa alle classifiche italiane, smentendo in pieno quello che fin qui avete letto. Nonostante la siderale distanza da dischi come Spirito o Terremoto, la gente rimuove la storia e consegna ai giorni nostri la sentita mancanza del gruppo di Firenze dalle cronache musicali.
Il tour sarà sicuramente un bagno di folla e darà lo spunto per un bis (magari tra un paio di anni) che neanche vi immaginate e che chiuderà per sempre l’inutile reunion di un gruppo storicamente indimenticabile. Roberto (Terzani), se ci stai leggendo, sappi che hai tutta la nostra solidarietà!
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