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Roberta Di Lorenzo – Su Questo Piano Che Si Chiama Terra

2012 - Crisler Music
songwriting

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Tracklist

1. E tu lo chiami Dio
2. Da qui
3. La vita che passa
4. Lady Hawke
5. Falsi reduce
6. Menti distratte
7. A causa di Psiche
8. La dimensione reale
9. Vivo di vento
10. L’amore s’impara

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Il primo pensiero che corre alla mente ascoltando l’ultimo lavoro di Roberta Di Lorenzo è che quest’artista non ha ancora conquistato lo spazio che merita, pur avendo ottenuto svariati riconoscimenti tra i quali la nomination tra le opere prime al Premio Tenco 2010 ed il Premio Lunezia 2010 per il suo valore musical letterario.

È bello poter pensare che l’Italia ha un cantautorato femminile talentuoso che arde sotto la cenere, riscaldando il panorama musicale degli anni 00. Roberta di Lorenzo è uno di questi talenti e l’ha confermato con il suo secondo lavoro “Su questo piano che si chiama terra”, prodotto artisticamente dai fratelli Pino e Lino Nicolosi.
L’album si fregia di collaborazioni importanti come Eugenio Finardi, già produttore dell’esordio discografico della cantatrice, Alberto Fortis, Andrea Mirò, e i Sonohra.
L’estro creativo della Di Lorenzo ha colpito talmente tanto Eugenio Finardi che il cantautore di “Extraterrestre” ha scelto di presentasi al Festival di Sanremo 2012 con il brano scritto da Roberta “E tu lo chiami Dio”, presente in questo album nella versione cantata dall’artista molisana.
Siamo di fronte ad una vocalità di indiscusso calibro, limpida, intensa ed emotivamente coinvolgente al servizio di una personalità forte ma discreta dotata di un elegante carisma e di umiltà.
Roberta dipinge con le parole, ed è nei testi che va ricercata la forza dei brani di questo album.
La musica e gli arrangiamenti, per nulla lasciati al caso, sono minuziosamente studiati per accompagnare le sue parole con semplicità, senza fronzoli o virtuosismi. Un particolare appezzamento per gli inserti di violini e di fiati che danno le ultime preziose pennellate a questi splendi quadri d’autore.
A differenza de “L’occhio della luna”, uscito due anni fa, non ci canta più i sentimenti attraverso figure femminili mitologiche; in questo album Roberta ci parla di sé, delle sue storie, senza filtri.
Canta quello che vedono gli occhi del cuore Roberta Di Lorenzo, che sia da una panchina del porto (“Vivo di Vento”) o dalla parte più nascosta della sua anima(“Da qui”), canta di quando ha visto “dritto in faccia il dolore” cercando qualcosa in cui credere in “E tu lo chiami Dio”, e di quanto sia bello vedere lo scorrere della vita con la persona che ami accanto in “La vita che passa”; ci racconta gli amori che sono destinati a non incontrarsi mai in “Lady Hawke”, utilizzando la favola cinematografica di Richard Donner come metafora della diversità tra uomo e donna, mondi a volte agli antipodi, incomprensibili l’uno per l’altro ma che continuano a inseguirsi per arrendersi l’uno all’altro superando le diversità; ci insegna cosa significa sognare, anche per chi non è capace di farlo in “Falsi reduci”, ci spinge ad uscire dai labirinti e dagli inganni della mente per ritrovare la nostra parte più istintiva in “A causa di Psiche” e “La dimensione reale”. L’album si conclude con “L’amore si impara” e non poteva esserci saluto migliore del ricordare che amare è “una questione di verità”, è “imparare a restare anche quando il tuo tempo sta per finire”.

Questo è quello che la musica si augura, che Roberta Di Lorenzo resti, che continui ad essere una voce che abbia ancora tanto da cantare.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=cZ-ldESDQII[/youtube]

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