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A Place To Bury Strangers – Onwards To The Wall

2012 - Dead Oceans
rock/alternative/shoegaze

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Sembra che ormai sia un rito far passare almeno tre anni tra una pubblicazione e un’altra: c’è a chi non riesce l’impresa, commettendo una gaffe musicale di clamorosa portata (ogni riferimento a band italiane è assolutamente voluto) e chi torna sotto i riflettori con lavori di ottima qualità. Gli A Place To Bury Strangers, i sovrani dei timpani fracassati, reduci da Exploding Head del 2009, fanno capolino con un EP di cinque tracce di notevole qualità, “Onwards To The Wall”, (prodotto da Dead Oceans), che si appresta a divenire il leitmotiv tra i precedenti album ed eventuali lavori futuri della band newyorkese. Difficile rintracciare cambiamenti radicali nelle sonorità della band: particolarmente profondo è il loro legame con il “noise-rock”, mai messo da parte, che ha caratterizzato band del calibro dei Nine Inch Nails.

Se, quindi, da una parte c’è il ritorno al tradizionale stile della band di Olivier Ackermann, dall’altra si riscontra qualche isolato richiamo ad altri generi, pur sempre rimanendo nella sfera dello shoegaze più puro. In “Onwards To The Wall”, terza traccia dell’EP, si percepisce, senza molti sforzi, una reminiscenza, forse una sorta di commemorazione, di quello stile con cui i Cure hanno scalato le classifiche mondiali: la batteria riverberata tipicamente new-wave e la chitarra di Smith, sempre filtrata da abbondanti chorus e flanger, (quelli di “A Forest”, per intenderci) rispuntano , in questa soddisfacente rivisitazione, assieme agli usuali effetti pungenti di Ackermann, potenziati da un atmosfera particolarmente mistica. In “So Far Away” il riff di chitarra ricorda l’intro di “Crazy Train” di Ozzy Osbourne e compagni: senza mai scadere nel plagio, gli APTBS riescono, con ingegno e talento, a inglobare nel loro genere, una miriade di altri stili musicali.
In Exploding Head risaltavano sonorità surf, blues, rock ‘n’ roll, garage rock risucchiate dalla complessa effettistica della band. La compagine di Ackermann non ha perso per strada questa ecletticità musicale: “Nothing Will Surprise Me” sarebbe una perfetta hit country rock, se venisse depurata dagli aspri e singolari effetti, utilizzati dalla band americana, alcuni dei quali prodotti dallo stesso frontman. Ma a quel punto sarebbe una canzone come altre e gli A Place To Bury Strangers potrebbero essere, addirittura, scambiati per gli ZZ-Top.

“Onwards To The Wall” è un’ottima premessa per i prossimi lavori della band: l’EP testimonia in maniera diretta, come già era successo con i due precedenti album, che da questa band possiamo aspettarci davvero di tutto.

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