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Interviste

I KIRAUT: un sogno “IndiEPendente” di Gerbera Produzioni

Si sa, un’etichetta discografica nasce con lo scopo di produrre e promuovere artisti emergenti: ma cosa succede quando un’etichetta non si limita a scoprire talenti ma si mobilita attivamente per promuovere qualcosa di nuovo?!

La Gerbera Produzioni, nata nel novembre 2011 a Bari ha avuto l’idea bizzarra e innovativa di selezionare cinque musicisti che hanno condiviso una casa per 14 giorni e hanno lavorato insieme alla composizione di 3 brani.
Il progetto, presentato a Bari in occasione del Medimex, la Fiera della Musica del Mediterraneo, si chiama “IndiEPendente” ed è un nuovo modo di dar spazio alla musica e agli artisti.
Iniziato a Marzo 2012, l’idea si era mostrata sulla carta ambiziosa e complessa: troppe le variabili in gioco e poco il tempo a disposizione.
Davide D’Ambrosio, Valentina Cazzolla e Francesco Cazzolla, rispettivamente Presidente, account e fotografa e responsabile marketing della Gerbera Produzioni, ci hanno creduto con la convinzione e l’entusiasmo di chi cammina ogni giorno seguito dall’ombra della passione e della professionalità.
Due sono state le selezioni che i ragazzi interessati a partecipare al progetto hanno dovuto affrontare: la prima è stata svolta dall’ etichetta, la seconda dal pubblico di internet che ha deciso definitivamente i nomi dei partecipanti: Antonio Cappelluti di Bisceglie alla voce, Enzo Nezi di Milano alla chitarra, Davide Della Costa di Torino al basso, Francesco Boragine di Terlizzi alla parte elettronica e Dario Nitti di Modugno (Ba) alla batteria.
Sembrava un’utopia e invece i KirAut (questo il nome del gruppo) sono riusciti a mettere in campo i loro talenti nel migliore dei modi seguiti dalla direzione artistica di Roberto Matarrese e arrivando all’uscita di un’ ep di tre brani, “Mai” (clicca qui per la recensione), realizzato negli studi di registrazione con la supervisione di Mirko Patella.
Il 1 aprile c’è stata la presentazione live della band e dei brani composti, riscuotendo un buon successo.

A conclusione del progetto, abbiamo raggiunto Davide D’Ambrosio, già fondatore di “Radioluogocomune”, e Francesco Cazzolla, per ascoltare a caldo le loro impressioni su “IndiEPendente”.
L’idea del progetto è tutta di Davide che ci dice di “non sapere quando ha maturato la cosa ma di essere intrigato da questo esperimento e di voler provare a vedere cosa succede musicalmente mettendo insieme musicisti di età e estrazione musicale diversa. Volevamo distinguerci anche dal mercato discografico, facendo qualcosa di innovativo in un luogo in cui non c’è nulla di simile.”
Ci presentano con dedizione e trasporto l’Ep, scaricabile da pochi giorni online, “c’è un pezzo crossover-rock, un pezzo post-rock e un pezzo elettronico”.
Importante per leggere i brani, come ci dice Francesco, “è partire dalla storia, partire da quello che viene raccontato, dalle idee”.
Ed è questo che ci interessa, la storia di questi ragazzi, come hanno vissuto questi giorni insieme, quanto li ha arricchiti questa esperienza, come si sono trovati a lavorare insieme partendo da background e strade di ispirazione musicale molto diverse: “il cantante ha un’estrazione prettamente reggae, hip-hop, il bassista funk metal, il batterista viene da un contesto di improvvisazione, il chitarrista viene da un contesto molto particolare e hanno gestito bene le loro risorse, facendo dei pezzi che ben si accostano alle loro inclinazioni.”
“Basso, batteria e chitarra si sono trovati subito bene, poteva succedere che mettessero da parte cantante e dj, invece non è stato così, sono riusciti a prendere il buono di ognuno, seguendo anche le inclinazioni di chi era diverso rispetto agli altri, come è successo nella terza traccia con il dj nella quale hanno lasciato a lui la costruzione della traccia e loro hanno contribuito a fare il resto.”
L’esperienza è stata molto forte, ma finirà qui?
Sembrerebbe di no: Davide ci aggiorna su come potrebbe proseguire il progetto “noi siamo convinti di andare avanti con loro, di fare un videoclip, una piccola tournée di quattro o cinque date, di procedere step by step, sempre se loro vorranno continuare in questa direzione. Loro hanno in cantiere altri due, tre pezzi, alcuni a mio avviso anche molto belli: magari quando scendono per fare il videoclip approfittiamo per registrare gli altri brani e poi vediamo. Non abbiamo fretta”.
“Molto dipende da loro, perché loro sono la band, l’anima del progetto”, interviene Francesco, “con noi hanno la porta aperta; noi abbiamo dato il la, ora sta a loro. È bello vedere che sono delle persone con una grande testa, che ci credono davvero in tutto questo, che hanno delle idee ben precise: noi gli stiamo offrendo un’opportunità. Avevano avanzato la richiesta di fare un disco, un vinile, noi invece preferiamo aspettare, gli abbiamo proposto un video per vedere come va: è preferibile fare le cose con calma. Loro hanno sposato l’idea.”
“Ora vediamo come vanno i download” spiega Davide “che la prima settimana saranno gratuiti e poi costeranno un euro a traccia per dare la possibilità alla gente di scegliere cosa scaricare: le tracce sono molto diverse e tutte strumentalmente complesse. Per il momento le visualizzazioni stanno andando bene, il brano più scaricato è “Fenocopia”, quello che abbiamo preso come singolo, poi c’è il pezzo elettronico “L’assenza”, molto introspettivo, poi “Immagina” un brano di sette minuti e mezzo un po’ più complesso. Vediamo se i pezzi vengono graditi. Tutto il ricavato delle vendite sarà utilizzato per fare il videoclip”.

Siamo di fronte a ragazzi che credono profondamente in quello che fanno, che cercano di promuovere la musica rendendo fruibile un prodotto musicale qualitativamente buono, ponendosi in modo totalmente diverso da quello a cui ci hanno abituato le grandi etichette discografiche, che ormai non selezionano più la musica da produrre in base alla qualità ma in base a quanto profitto possono trarne.
Se esistono realtà che credono ancora nella bellezza dei sogni, nella possibilità di vederli concretizzati, nell’apparente utopia voler realizzare un progetto, nella voglia di produrre qualcosa di artisticamente valido, allora possiamo vivere nella consapevolezza che la musica, quella vera, non è morta.

a cura di Azzurra Funari

foto di Valentina Cazzolla

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