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Interviste

Intervista a CARLOTTA PROIETTI

Carlotta Proietti, figlia del noto comico Gigi Proietti, non è soltanto una figlia d’arte: l’artista ha una grande passione e vocazione per la musica che l’ha portata in giro con i “Lotta’s” e i “The Playlist Trio”, mettendosi in discussione come interprete e come autrice. È uscito il 20 marzo scorso il suo primo lavoro discografico “Carlotta Proietti”, distribuito dalla CNI Music.
L’abbiamo contattata per sentire dalla sua voce sensazioni e emozioni circa questa nuova avventura.

Com’è nata la tua passione per la musica?
Da quel che ricordo, c’è sempre stata. Fin da piccola ho amato cantare, sia da sola a casa sia nel coro della scuola, nelle recite, poi successivamente con le mie band.

Evitiamo inutili domande sul tuo essere figlia d’arte, perché vogliamo parlare di te in quest’intervista: mi limito infatti a chiederti se pensi che possa esserti più d’aiuto o di intralcio essere “la figlia di…”?
Si tratta di un’arma a doppio taglio. Nel senso che da una parte (quella “intima”) mi sento fortunatissima. Per essere cresciuta nei teatri, per avere un bel rapporto con entrambi i miei genitori, per aver conosciuto grazie a loro un bellissimo mondo da vicino. Dall’altra però (quella “pubblica”) devi essere sempre cosciente che le persone hanno molti pregiudizi nei confronti dei figli d’arte. Però sinceramente, non li biasimo.

La collaborazione con Bigazzi: come è nata e come ti sei trovata a lavorare con lui?
È nato tutto da una serie di incontri e coincidenze. Abbiamo fatto sentire i brani inediti al suo team e da lì si è cominciato a collaborare. Mi sono trovata benissimo, un’esperienza che non dimenticherò. Lui era un uomo dalla forte personalità, incredibilmente carismatico e simpaticissimo. Un maestro nel suo lavoro, e per me è stata una scuola di vita.

Com’è stato il passaggio dal fare musica in lavori teatrali ad un progetto tutto tuo?
Più che un passaggio, le due cose hanno camminato parallele. Sono due mondi molto diversi, lo studio e il teatro. Quindi mi sento come sdoppiata, come fossi due persone diverse quando faccio una cosa e l’altra. Mi piacciono entrambe, certo, e mi chiedo se non fosse possibile unirle.

Tutti abbiamo una colonna sonora che accompagna la nostra vita: qual è la tua?
Servirebbe una colonna sonora come quella di Forrest Gump, con almeno una trentina di brani. “Let the Sunshine In” (dal musical “Hair”)  e “Ob-La-Di Ob-La-Da” (The Beatles) sono le prime due canzoni che mi vengono in mente.

Cosa racconti in questo primo lavoro?
Storie, fotografie, stati d’animo. Lo so, è un po’ generale. Ma raccontare cosa si racconta non è semplice.. penso siano le mie storie, qualcosa che mi è accaduto e che è rimbalzato su carta e poi su una chitarra.

Qual è la canzone che senti più tua, in cui credi di aver dato di più?
Forse “Phone”. È la prima che ho scritto.

Com’è nata l’idea di inserire le cover di “Symphaty” e “Rose Rosse”, due brani così diversi tra loro?
In due occasioni distinte. “Symphaty”  nasce dalla voglia di inserire una cover nel disco. Fabrizio Federighi (arrangiatore) mi ha proposto questo pezzo, e io l’ho subito accettato perché è un genere che amo molto, appartiene agli anni 70, ai quali sono molto legata musicalmente. “Rose Rosse” è di Bigazzi. Avevamo deciso di inserire un suo brano nel disco. La scelta era vastissima! Tra gli ascolti fatti della sua discografia, quando abbiamo sentito questa abbiamo cominciato a sperimentarci su, quasi per gioco. Così è nata questa cover.

I tuoi brani parlano d’amore e di storie vissute in modo semplice e diretto (come nel caso di “Serena”): cosa ti ispira?
Per me scrivere canzoni è molto istintivo. Quindi non c’è una cosa in particolare che mi spinge a sedermi e scrivere. Anche perché sono stati rari i casi in cui avevo l’ispirazione, mi sedevo, scrivevo e completavo un brano. Piuttosto capita in autobus, a casa, in macchina, a letto. Arriva una frase che ti si posa nel cervello. La prendi, la annoti. Quando ti trovi a suonare e pensi a una melodia, torni agli appunti e costruisci. Poi è chiaro che in ognuno di quei momenti quel che spinge le parole ad uscir fuori è sempre qualcosa come un viso, un particolare, uno stato d’animo.

All’uscita di questo lavoro seguirà un tour?
Sto preparando uno spettacolo di cui non vi dico ancora molto…siete tutti invitati! Presto info su carlottaproietti.it.

a cura di Azzurra Funari


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