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Interviste

Intervista agli ALBEDO

A poco più di un anno dall’esordio autoprodotto “Il Male”, gli Albedo si accasano presso l’Inconsapevole Records e regalano il loro secondo lavoro “A Casa” (clicca qui per la recensione). Tra i migliori lavori italiani di questo inizio 2012, “A Casa” è un disco maturo e coinvolgente, così intenso e riuscito in quasi tutte le sue parti da lanciare gli Albedo senza troppi passi intermedi nella ristretta schiera di top player della scena nostrana. Ne abbiamo parlato con Gabriele (bassista) e Raniero (voce, chitarra e autore).

A cura di Fabio La Donna.

Benvenuti su Impatto Sonoro, come presentereste gli Albedo?
R: Quattro gatti randagi in giro per Milano e per fortuna ogni tanto anche fuori dalle porte della città che si divertono ancora a fare i ragazzini. Non facciamo parte di alcuna scena.

Iniziamo a parlare subito del vostro nuovo disco “A casa”. Si può immaginare questo disco come una specie di concept dove il comune denominatore è la casa e tutto ciò che ci gira attorno. Come mai questa scelta? Idealmente cos’è per voi la casa?
G.:La casa è la nostra intimità, dalle pareti della  dimora dove trascorriamo gran parte delle nostre vite, ai pensieri e ai ricordi, alle idee e ai sentimenti, buoni o cattivi,  di ognuno di noi.
R:Il fatto è che spesso dimentichiamo le cose che contano davvero per la qualità della vita:i rapporti umani,con noi stessi,con tutti gli altri. Ed erroneamente tendiamo a pensare che un governo possa farci sentire meglio di un altro,o che la scoreggia di un vento possa spostare delle aspettative. Abbiamo sentito la necessità di dichiarare amore alle cose a cui teniamo di più.

In questo disco la casa non viene vista solo come le quattro mura dove residiamo abitualmente ma anche come la nazione in cui viviamo. Ecco che i padri, le madri e i figli diventano elettori, musicisti arrivisti e tanti altri brutti personaggi. Dalla vita privata a quella pubblica sempre la stessa musica? Sempre la stessa merda?
R:In realtà è un disco di una serenità ritrovata, anche se effettivamente questa cosa non è stata percepita più di tanto… Probabilmente non siamo stati abbastanza convincenti. Passiamo come macigni sopra la scena indie deprimente,i governi ladri, la Lega, la SIAE, i telegiornali faziosi,gli iphone ipad gli  idied, superiamo le banche, le cooperative le associazioni, i club, gli intellettuali riscoperti, attraversiamo la cultura televisiva e i concorsi musicali. In un certo senso è come se fossimo invisibili.

Ci sono tanti bei testi in questo disco. Da “Per due settimane all’anno di sole” a “La musica è una merda”. Ce n’è per tutti i gusti. Come nasce il processo creativo che ha portato alla realizzazione di questo disco? E cambiato qualcosa rispetto al precedente?
G.:Il modus operandi con cui facciamo i dischi è quello di creare la musica intorno a un testo. Tutto parte da lì; prima arrivano le parole (scritte da Raniero) e poi ci si incolla sopra la musica. Rispetto al lavoro precedente (Il Male) credo  ci sia una cura più affinata sugli arrangiamenti, una consolidata maturità nella (auto)produzione artistica e come da te sottolineato, un forte valore argomentativo. Se poi vogliamo parlare di genere potremmo definirlo un rock con venature pop;  il che personalmente mi fa una paura tremenda ma ci siamo approdati con tale naturalezza che cercherò di esorcizzare questa avversione verso la parola “POP”.
R. Abbiamo ormai maturato una certa esperienza nella scrittura e questo ci permette di essere abbastanza leggeri durante le prove per gli arrangiamenti e far stare più sereno me quando scrivo senza la paura che quello che fai non possa poi trovare una propria dimensione nell’arrangiamento.

Se “A casa” fosse una colonna sonora per quale film sarebbe? E per quale libro?
R. Domanda difficile. “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di M.Nichols  e “Il libro dell’inquietudine” di F.Pessoa. In entrambi i personaggi sembrano subire delle apparenti metamorfosi che li portano ad un cambiamento.

La copertina di “A casa” è una finestra dove si intravede qualcosa. Il resto è disintegrato dalla luce del sole. Come è nata la scelta di questo artwork? Cosa vi esprime?
G.:La foto è di Simone Battistoni , bravissimo fotografoe musicista nonché amico, che dopo aver ascoltato il disco ci ha fatto vedere questo scatto e c’è stato poco da discutere. Quella è l’unica copertina che rappresenta l’album, non ci sono alternative. “A casa” c’è una finestra che ci protegge da tutto ciò che sta fuori e allo stesso tempo ci alimenta. Quale altro elemento, se non la luce, rappresenta meglio il concetto di vita? Questo disco parla della vita, di quello che siamo diventati,  di come ci rapportiamo col mondo e di comea volte il mondo si scaglia con veemenza sulle nostre stanche schiene.

Avete suonato con tanta bella gente e avete svariate esperienze dal vivo alle spalle. Conservate qualche ricordo in particolare?
G.:Zen Circus, Brunori Sas, Ministri, Moltheni, Giorgio Canali, Gionata Mirai.. alcune tra le band con cui abbiamo condiviso il palco. Un aspetto curioso che volge a loro favore è che la maggior parte di queste band è molto meno menosa rispetto a gruppi pseudo merda  sconosciuti (cit. “la musica è una merda), e questo fatto, insieme alla stima che portiamo verso la loro proposta musicale, ci ha fatto raccogliere un bagaglio di bei ricordi e in un certo senso ha aggiunto una componente di positività e rispetto all’attitudine con cui affrontiamo la scena.

Intervista finita. Che farete da grandi? Prossimi concerti? Video? Collaborazioni? Volete aggiungere altro?
G.:Io da grande vorrei lavorare in uno zoo e prendermi cura dei macachi depressi.
R.Mi piacerebbe trovare il tempo per leggere e scrivere molto di più. La vita ti obbliga a fare delle scelte e noi Albedo  tutti,abbiamo scelto la Tv al plasma,le vacanze e l’auto a rate. Per  dirla in breve:una vita mediocre.
Per questo motivo continuiamo a suonare con la speranza di fare qualche cosa di buono per noi stessi. Abbiamo conosciuto tanti ragazzi,alcuni hanno 10 anni meno di noi,che sono capaci,hanno voglia di fare tante cose,si sbattono tra università,lavoro,la vita in genere. Alcuni ragazzi (Giorgia,Giulia e Valerio che ringraziamo) hanno avuto una splendida idea per un brano che non definirei proprio un videoclip tradizionale ma più una sorta di racconto che sviluppa un po’ in generale tutti gli argomenti del disco. Ci è piaciuta l’idea di lasciar fare praticamente tutto a loro.Non avevamo mai pensato di fare un video anche se ne avevamo avuto la possibilità perché non crediamo nei canali tradizionali di promozione. Ma questo piccolo film ha tutto un altro senso.

www.facebook.com/effettoalbedo

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=EWmwQ-JixAU[/youtube]

rock/alternative

Tracklist

      1. Per due settimane all’anno di sole
      2. I baci di Giuda
      3. L’amore è un livido
      4. Lorenzo
      5. Questo Stato di confine
      6. Affondami
      7. I pirati, quelli veri
      8. Confessioni
      9. Tu ancora non parli
      10. Dalla punta più alta
      11. La musica è una merda
      12. Io, te

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A poco più di un anno dall’esordio autoprodotto “Il Male”, gli Albedo si accasano presso l’Inconsapevole Records e regalano il loro secondo lavoro “A Casa”.

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