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Il Collezionista Di Ossa

Il Collezionista Di Ossa #7: CCC CNC NCN, Korpses Katatonik, Scortilla, Captain Beefheart and His Magic Band

Camminando nei meandri oscuri dei magazzini di Impatto Sonoro ci siamo imbattuti in molti cadaveri, interessanti resti umani che il tempo ha dimenticato e che abbiamo deciso di riportare alla luce per non lasciare alla polvere tutte queste avvincenti storie. Afflitti dalle nostre turbe ci sentiamo un misto tra The Bone Collector e Karl Denke. Presentarvi direttamente il corpo non sarebbe abbastanza frizzante, pertanto ci siamo imposti che ogni numero di questa rubrica sarà composta da tanti piccole falangi tagliate che vi doneremo come pillole. Starà a voi seguire le tracce al suon di musica e arrivare goduriosamente al corpo del  reato.
“Mini-recensioni” di dischi finiti nel dimenticatoio, ristampe di glorie del passato, bootleg, archivi musicali e nuove uscite in formato musicassetta.
Dalla minimal wave all’industrial, passando per gruppi underground est europei, giapponesi e catacombe innominabili.

 

A cura di Fabio La Donna

CCC CNC NCN – Proclami / Suicidio (Nautilus, 1993)
Mi ricordo un’ estate afosa di sette anni alle Fonderie Limone dove suonarono Pan Sonic, Throbbing Gristle e CCC CNC NCN. Allo stand presi Serpenta dei Terroritmo. Comprai anche una copia di Proclami / Suicidio (ristampa in un bellissimo box contenente cd e 7”) per una persona a me molto cara. Quella sera ero lì solo per loro. Questo fantomatico collettivo musicale, oltre ad avere un suono old industrial con vibrazioni noise, è diventato famoso per le intense performance sonore. Fuochi e installazioni visive che si mischiano a strumenti industriali cospargendo, di fumo e violenza, i luoghi dei concerti. Chi assiste ad un loro concerto ne diventa parte integrale. Taglienti anche le parole usate e il modo in cui vengono decantante, proclamate. Tutto questo lo si percepisce anche su disco e Proclami / Suicidio rimane una delle uscite più intense e belle ma dimenticate degli anni 80-90. Di fronte alla scelta mercato dei ricchi o mercato dei poveri, loro decisero di stare fuori dal mercato.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=WPaZTyF8BNY [/youtube]

Korpses Katatonik – Sensitive Liberated Autistiks (Sensitive Liberated Autistiks, 1983)
Tra i primissimi precursori della “the gray area” ci fu Michael DeWitt che, nel 1983, realizzò una cassetta dal nome Sensitive Liberated Autistiks. Atmosfere ritualistiche e ancestrali, loop di rumori e mantra multi forma danno il ritmo ad una continua ricerca sonora verso qualcosa di diverso, quasi al di fuori della musica. Così lontano dalle tendenze e dalle mode, questa cassetta è stata per anni un punto di riferimento di una scena che stava iniziando a crescere e a svilupparsi lontano dai canali televisivi e dai riflettori. Senza principi di mercato o logica alcuna, questo lavoro dei Korpses Katatonik è un concentrato di suoni ruvidi e primordiali che rimando più ad un rito preistorico che al progetto musicale come lo intendiamo noi oggi. Recentemente è uscita sotto Klangggalerie una raccolta di varie tracce di  DeWitt chiamata per l’occasione Oeuvres Complètes.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=q6IGL3fX0y8[/youtube]

Scortilla – Fahrenheit 451 (WEA, 1984)
Tra i gruppi italiani new wave più in voga negli anni 80, vi erano sicuramente gli Scortilla. Nel 1981 escono con una cassetta auto-prodotta con 14 canzoni, tutte molto interessanti e piacevoli. In questa cassetta c’è una canzone chiamata  Fahrenheit 451, ispirata al libro di Ray Bradbury. Per fortuna che esiste qualcuno che non cita il solito e stra-inflazionato 1984 di Orwell. La cassetta inizia a portare attorno al gruppo un primo zoccolo duro di fans. Tre anni dopo esce un 7” contenente su un lato la canzone in questione e sull’altro, la versione strumentale. Sarà il passo che renderà famoso il gruppo consacrando Fahrenheit 451 come vera e propria hit di successo. Dopo questo, l’inizio del “declino” e un lenta ma progressiva scomparsa dalla scena. Il 7” pollici e la cassetta meritano l’ascolto e per aiutarvi, vi viene incontro un box uscito qualche anno contenente materiale antologico con brani live, in studio, video e interviste.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7uUQqg74AWY [/youtube]

Captain Beefheart and His Magic Band – Trout Mask Replica (Straight, 1969)
Nel 1969 non c’era internet, gli hipster e lo spread ma il blues, le sperimentazioni psichedeliche e i Captain Beefheart and His Magic Band. Grandissimo gruppo degli anni 60 con Alexis Clair Snouffer, Don Van Vliet e questo disco uscito sotto l’etichetta di Frank Zappa. Il disco è un insieme di 28 pezzi con una base blues ma che si apre continuamente verso tutti gli orizzonti possibili. Sentire questo album è come vedere un caleidoscopio con tutti i suoi colori, le forme incostanti e i mal di testa che aprono la mente verso qualcosa di più intimo e vitale. Oltre la pazzia e la voglia di sperimentare c’è una bravura che solo pochi si possono permettere e la struttura vocale è la prima eccellente dote che viene in mente. Quello che attira e da un senso a questo lavoro è il caos naturale e involontario che appare simile a quello che ha dato origine alla vita, tanto da pensare che pure i Captain Beefheart and His Magic Band siano dei creatori di mondi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=FxEh36NhQHI[/youtube]

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