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Interviste

Intervista agli UFOMAMMUT

In occasione dell’uscita di ORO (clicca qui per leggere la nostra recensione), prima parte del loro nuovo concept, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il gruppo piemontese fresco fresco di cotratto con Neurot.

A cura di Enrico Ivaldi.

Innanzi tutto devo farvi i complimenti per il nuovo disco, rappresenta secondo me un grande passo avanti in termini di maturità nella vostra discografia già notevole! Il fatto che esca per Neurot quanto ha influito sulla sua realizzazione?e il fatto di aver aperto per la data italiana dei Neurosis vi ha aiutato?
Poia: Grazie per i complimenti. Uscire per un’etichetta importante e di culto come Neurot, ha rappresentato e rappresenta sicuramente un ulteriore stimolo a fare del nostro meglio. L’idea e  la realizzazione di Oro però non hanno subito nessuna pressione o influenza da parte di Neurot. Steve Von Till  ha voluto sentire il lavoro solo una volta ultimato, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno  grande rispetto nei confronti della musica e  fiducia in chi la suona (in questo caso gli Ufomammut:-). L’estate scorsa siamo stati invitati da Neurot  a  suonare come opening band  in diverse date del  tour europeo dei Neurosis. La data italiana va inserita in un quadro più ampio, nel quale abbiamo avuto modo sia di confrontarci con il pubblico devoto ai Neurosis sia di conoscere meglio Steve e gli altri.
Urlo: ORO è la naturale evoluzione di Eve, sia dal punto di vista compositivo che da quello delle sonorità.
Essere sotto Neurot non ha influito nella composizione, sicuramente è stato uno stimolo a fare un bel disco, ma abbiamo, come sempre, cercato di seguire la nostra strada.
Vita: Credo che più di tutto ci abbia aiutato confrontarci con una persona come Steve Von Till che già dal primo contatto si è dimostrato interessato al mondo Ufomammut. Quando a fine luglio 2011 abbiamo aperto alcuni concerti dei Neurosis ci siamo trovati intorno ad un tavolo ad esporgli il nostro progetto, gli è piaciuto e ci ha dato il suo “benestare”! Forse Neurot ci ha più “spinto” che influenzato perchè a luglio l’album era praticamente quasi pronto da registrare

Quali sono state le circostanze che hanno portato alla firma di questo contratto?
Urlo: Steve Von Till ci ha contattati per dirci che aveva molto apprezzato Eve e che sarebbe stato interessato a lavorare con noi. Ci siamo conosciuti meglio durante il tour con i Neurosis e abbiamo capito che uscire per Neurot sarebbe stato il naturale evolversi di quanto fatto fino ad ora con Supernatural Cat (con cui continuiamo a curare le edizioni limitate e in vinile). Abbiamo ampliato un’idea di famiglia.
Poia: l’esperienza del tour europeo ci ha convinto del tutto. Eve ha messo particolarmente in evidenza Ufomammut, ed abbiamo ricevuto molte richieste, da parte di etichette più “grandi”. Neurot è però sembrata da subito la scelta migliore, affine come intenti ed ispiratrice per certi versi della nostra Supernatural Cat, formata da gente che sa cosa vuol dire suonare in giro per anni, seguendo coerentemente la propria strada, fregandosene della moda musicale del momento e avendo come fine ultimo la musica e non il facile guadagno.
Vita: Aver a che fare con persone alle quali interessa collaborare per fare musica, non per far della musica solo un business.. Sono musicisti anche loro, sanno cosa vuol dire sudare sugli strumenti, sia su un palco che in studio o dietro una “scrivania”.

Parlando del disco, la mia impressione è che col passare del tempo (partendo gia dal precedente Eve) vi siate spostati da una forma “canzone” personale, ma sempre debitrice della scuola stoner, ad una scrittura assolutamente libera. Infatti il disco sembra più un flusso continuo che un insieme di canzoni, qualcosa di simile ad un amalgama alchemico che si trasmuta evolvendosi di continuo. Mi ricorda molto a livello di intenti Dopesmoker degli Sleep. Come è cambiato quindi il modo di creare la vostra musica?
Urlo: Non ho mai compreso appieno il nostro avvicinamento allo stoner rock. In generale non sono un amante delle etichettature…Abbiamo da sempre cercato di creare un nostro tipo di musica, credo che oggi quello che facciamo sia abbastanza riconoscibile e personale, che piaccia o no. Con gli ultimi lavori abbiamo lavorato molto all’idea della stratificazione sonora, abbandonando “lo schiaffo” puro e semplice per ricercare la crescita del suono, la dinamica, l’aggiunta continua. Oro è un brano unico diviso in dieci movimenti e in due dischi, l’idea dell’amalgama alchemico mi sembra azzeccato. Penso che l’intento sia invece molto lontano da Dopesmoker, disco che non ha una grande crescita, essendo identico (o quasi), dall’inizio alla fine. Oro si sviluppa, si contorce, ritorna e cresce, si quita per poi esplodere sempre più per poi mutare in quello che sarà la seconda parte.
Poia: In tutti i nostri dischi abbiamo voluto creare un unico flusso di musica. Non fa per noi il vuoto tra una canzone e l’altra, a meno che non sia dovuta ad una scelta precisa. All’inizio, anche se concatenati, i brani erano delle “isole”.Eve e soprattutto Oro sono concepiti come un unico, sfaccettato brano, che cambia, muta e ritorna in nuove forme. Un qualcosa che ribolle e mostra qualcosa di diverso ad ogni ascolto. Una cosa che secondo me è cambiata è una maggiore consapevolezza della dinamica, della varietà di sfumature  tra pianissimo e fortissimo. Per noi autodidatti è una grande conquista, anche se rappresenta le “elementari” per i veri musicisti:-)
Vita: Siamo sempre stati liberi da seguire generi o “dogmi” musicali, i nostri strumenti trasformano in musica ciò che in quel momento abbiamo dentro senza pensare ad “assomigliare” o copiare qualcun altro. E’ cambiato il modo di lavorare, ognuno di noi sa esattamente cosa  piace o no agli altri e cosa si può aspettare, tra di noi è cresciuto il feeling, l’amicizia, l’affiatamento e la “manualità” sugli strumenti, ma è rimasta l’idea del “concept” album, tutti i nostri dischi hanno canzoni “legate” tra loro con feedback od effetti, come se fosse un’unica onda. L’unica differenza è che “Eve” ed “Oro – Opus Primum”/”Oro – Opus Alter” sono composti da un unico lungo brano..

Il suono del disco è molto caldo, quasi organico, con synth molto piú presenti e amalgamati al resto degli strumenti; pare che con Lorenzo abbiate raggiunto un’ intesa perfetta!
Poia: Vero! (Qui parte una sviolinata, occhio) Credo che Lorenzo sia uno dei migliori produttori in circolazione: possiede, oltre ad un’indubbia , evidente competenza tecnica, anche alcune qualità essenziali per catturare l’essenza della musica: la curiosità, la voglia di sperimentare nuove tecniche e la capacità di ascoltare e tradurre praticamente le idee dei musicisti. Inoltre ci si diverte parecchio…insomma è un amico importante.
Urlo: Oro è il terzo disco che registriamo con Lorenzo Stecconi e siamo molto felici del risultato. Abbiamo dato maggior risalto alla batteria, ci sono moltissimi synth e i suoni sono differenti dai lavori precedenti, abbiamo ricercato molto la spazialità, l’ambiente. Siamo molto soddisfatti.
Vita: Fortunatamente abbiamo trovato un bel feeling sia con Lorenzo in studio che con Ciccio sul palco, siamo fortunati perchè sanno cosa fare in ogni situazione, ci conosciamo molto bene e soprattutto conoscono la musica.. Personalmente mi sento sempre le spalle coperte quando ci sono loro.

La vostra musica è sempre stata molto personale anche se c’è qualcuno che vi rimprovera un certo immobilismo sonoro. Come vi ponete di fronte a certe critiche?
Urlo: Le critiche sono importanti e aiutano a crescere. Ma molto spesso è più facile criticare un disco per partito preso che ascoltarlo e cercare di entrarci dentro…Soprattutto in Italia sembra diventato quasi un obbligo sparare a zero…
Poia
: Le critiche possono aiutare in molti modi: se sono fondate, fanno riflettere su ciò che è stato fatto, spingono al miglioramento. A volte invece possono essere dettate da altre ragioni, extra musicali per lo più. Questo tipo di critica, personalmente, scivola via ed aiuta a proseguire sul proprio cammino con più forza. E poi non siamo una banda nazional popolare buona per tutti i palati, grandi e piccini: è normale che ciò che facciamo possa non piacere, mica siamo tutti uguali.  Tornando all’immobilismo: abbiamo scelto una strada e la stiamo percorrendo, credo però ci sia un’evoluzione evidente,  e vogliamo mantenere al tempo stesso una nostra inevitabile identità.
Non credo proprio che gli Ufomammut suonino come gli AC DC, gli Om, i Fu Manchu, i Motorhead. Sono tutte band che apprezzo e anche molto, e che sono davvero votate all’immobilismo musicale più coerente…e va benissimo così. La loro voce è unica, e inconfondibile.  Poi ci sono band multiformi e geniali, in grado di suonare una polka, country, una filastrocca o un pezzo quasi heavy metal ed essere ancora riconoscibili, coerenti e convincenti. Sto parlando dei soliti Beatles. Altri tempi, in cui la sperimentazione era genuina e spontanea. (Ovviamente gli Ufomammut non suonano neanche come i Beatles, ci mancherebbe:-).Infine alcune altre formazioni hanno fatto dell’eclettismo la loro bandiera, tipo i Mothers of Invention di Zappa. Ancora  tutta un’altra storia…Insomma la musica non si riduce a “sarò strano ed innovativo abbastanza?”. Sono banale: e’ più una questione di anima.
Vita: Ognuno ha il diritto di esprimere la propria idea e “giudicare”. Personalmente non ho mai avuto la presunzione di piacere a tutti coloro che seguono un filone musicale. Solo che a volte mi fa sorridere che alcune critiche, che spesso arrivano da chi osanna band che non solo, con tutto il rispetto possibile, “copiano” le sonorità dei gruppi del passato ma addirittura le copertine degli album, sembrano più per partito preso che per altro. Questa è la mia idea. Lo stile di Ufomammut è quello, sarà anche sia immobilismo sonoro ma, almeno non credo, non si può dire che sia originale e personale. Credo che a volte le critiche siano più produttive dei complimenti, comunque bisogna saper imparare da entrambe le cose.

Ho avuto la fortuna di vedervi parecchie volte live e l’ultima volta, a Londra, mi ha colpito un sacco il calore e l’entusiasmo con cui il pubblico inglese vi ha accolti! Sembrate essere molto apprezzati da quelle parti!
Poia: Non soltanto in Inghilterra: Sin dall’inizio abbiamo cercato di varcare molti confini, per vedere se ciò che stavamo facendo poteva essere apprezzato da un pubblico più vasto. Abbiamo sempre, sottolineo sempre,  trovato un pubblico attento, privo di preconcetti e soprattutto sinceramente colpito dalla nostra musica. Sono anni che giriamo l’Europa ed ogni volta è sempre una soddisfazione suonare dal vivo. Sentire la vicinanza con il pubblico: ironicamente, più andiamo verso nord, più il pubblico dimostra calore.
Urlo: Ormai suoniamo più all’estero che in Italia. Per diversi motivi.
Vita
: E’ vero e non solo in inghilterra, abbiamo un caldo seguito anche in Belgio, Germania e Finlandia.. Ma in generale i quasi tutti i paesi del nord europeo.

Nel tour di Eve avete proposto live quel disco nella sua interezza , immagino quindi che farete lo stesso con ORO. Quanto sarà importante la parte visiva nella riproposizione di OPUS PRIMUM?
Urlo: I visual sono il quarto elemento live di Ufomammut, fondamentali.
Poia: Anche se per ora proponiamo soltanto Opus Primum, abbiamo fatto un’eccezione a Londra, in cui abbiamo suonato anche Opus Alter. Oro nella sua totalità sarà la regola nelle date di ottobre. E come sempre ci saranno i visuals durante i nostri concerti. Sono essenziali e aggiungono un ulteriore livello di profondità all’esperienza sonora.
Vita: I visuals son sempre stati importanti nei live di Ufomammut, la componente visiva aiuta creare uno spettacolo a 360°, naturalmente i due “Oro” non fanno eccezione. Abbiamo cominciato con “Eve” a proporre tutto l’intero album on stage e ci piace molto.. Perchè fermarsi?

Parlando della vostra etichetta Supernatural Cat siamo curiosi di sapere in futuro cosa ci attende (uscite, eventuali nuove band). Ci sono nuovi gruppi che vi hanno impressionato?
Urlo: A maggio esce il nuovo disco degli ICO (Le Stelle), disco bellissimo. Quindi a settembre sarà la volta di Oro “Opus Alter” (la versione ltd e il vinile). Speriamo inoltre di riuscire a finire Farwest Zombee. Non vorrei sembrare banale, ma un gruppo che ultimamente mi ha colpito molto sono gli Incoming Cerebral Overdrive. Ci hanno supportati nell’ultimo tour e in sede live sono bravissimi. Ultimamente mi sono molto piaciuti molto i Tons.
Poia: Non sono molti i gruppi che ci hanno impressionato positivamente, ma siamo sempre attenti se qualcosa ci colpisce in modo particolare.
Vita
: Sarà che è fresco di memoria l’ultimo tour europeo con loro, sarà che fan parte della “famiglia” ma gli ICO sul palco mi hanno davvero impressionato, bravi e molto potenti. Soprattutto quando suonano senza click…

In conclusione vi lascio con un ultima domanda: cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda parte di Oro?
Poia: E’ molto semplice, è la chiusura del cerchio.
Urlo: La conclusione di “Opus primum”… sarà un disco molto diverso e solo con l’ascolto di entrambe le parti si avrà la coscienza di ORO.
Vita: “Opus Alter” è la parte più rock di “Oro”, ha tempi più veloci rispetto “Opus Primum” con accelerazioni improvvise. Se posso usare i motori come paragone nella seconda parte è come se entrasse la “coppia”.

a cura di Enrico Ivaldi

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