Secondo lavoro dei Peggio Emilia, dopo uno iato durato 5 anni. Lavoro ispirato e profondamente permeato dal concetto di autoproduzione: prodotto – dannatamente bene, si sente che c’è dietro un lavoro serio ed intenso – tra le “mura di casa”, al netto quindi di costosi studi di registrazione. Altro punto di forza è il booklet, curato da un pool di disegnatori di tutto rispetto (Akab, Officina Infernale, Simone Lucciola di Lamette Comics, Ciro Fanelli, Rocco Lombardi), decisamente ben fatto; in perfetto spirito punk, sulla custodia viene riportato l’avviso “non pagare più di 5 euro”.
Ok, e la musica? Punk Rock a rotta di collo cantato in italiano, a volte vicino a certe cose dei Punkreas ma decisamente ispirato al primo Hardcore dei Peggio Punx e dei Crash Box. Gli stop and go, gli arrangiamenti ed un certo gusto per gli assoli fulminanti sono pura scuola Epitaph/Fat Wreck anni ’90, ed i paragoni con No Use For A Name e NOFX non sono sicuramente azzardati. Quando l’energia sprigionata dalla musica incontra dei testi brillanti e ben scritti la miscela fa il botto: è il caso delle varie Se, Le Parole fanno male, Mal d’Africa (forse il brano più incisivo), Vox Populi e Questione di giorni (con un refrain esplosivo ed urlato in perfetto stile Negazione).
Ritorno felice questo Anticittadino, che pone i Peggio Emilia come uno dei gruppi di punta del genere.
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