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Il Diario Dell'Antigenesi

Diario dell’Antigenesi #3: She Said Destroy!, Borderlike, Previous Next, Slow Motion Genocide, Kilroy

Questa rubrica vuole essere un diario, una raccolta di pensieri, emozioni e suggerimenti su ciò che ci colpisce dei gruppi emergenti. Demo, EP, first release, MP3, tracce singole, bandcamp, myspace, e-mail. Tutto fa brodo e armonia per riempire queste pagine con nomi di progetti sconosciuti o anomali. Ci piace semplificare il tutto e mettere in collegamento realtà, persone e pensieri. Un percorso anomalo e brutale che non tiene conto delle tradizioni e del giudizio conforme. Come un’abiura della genesi, vogliamo prendere strade evolutive e di pensiero anarchiche e indipendenti, per seguire la nostra ricerca di forme artistiche nuove, che muovono i primi passi nel caos della creatività.
Se volete segnalare il vostro materiale potete mandare una mail a: antigenesi@impattosonoro.it . Vi avvertiamo che tutto ciò che ci arriverà passerà esclusivamente per la scimmietta pesca voti. Siete avvertiti.

a cura di Fabio La Donna

She Said Destroy! – Conflict Landscapes (EP, Autoproduzione)
Quando ho letto il nome di questo progetto musicale su Facebook, mi è venuta in mente una dichiarazione di Douglas Pearce degli anni 90. Durante un’intervista su Rockerilla chiesero a Mr. Death In June quali erano le basi per comprendere il suo pensiero filosofico e politico. Rispose “La natura tradita. L’amore disprezzato. L’abuso e l’inutilità imperante”. Le She Said Destroy! sono un duo tutto al femminile atto a creare una formula musicale molto interessante che mischia post-punk, pop datato di almeno 60 anni e devastanti interventi noise che rendono tutta la produzione molto lo-fi. La voce, tagliente come una lama, si insinua facilmente nella mente rendendo questo EP qualcosa di compulsivo e destabilizzante, quasi quanto le produzione più “pop” dei Nurse With Wound. She Said Destroy! con Conflict Landscapes rappresenta il punto alpha di un universo ricco e inusuale di cui non vediamo l’ora di conoscere nuovi risvolti…

Borderlike – Inbetweenneess (EP, Autoproduzione)
Questo EP mi ha mandato in acido per molte sere consecutive con la sua infida bellezza e con i suoi infiniti toni metallici standard. Borderlike è un progetto di Daniele Vergini che nella vita si occupa di editing video\audio, graphic designer e tanto altro. Un disco con una pulizia dei suoni invidiabile, con ritmiche metalliche e ossessive che si impongono possentemente come qualche statua abbandonata nella periferia di Berlino Est. Tra il power noise, l’apocalittico e l’industrial più spoken world. Sarebbe interessante vederlo sotto qualche etichetta propensa a mischiare audio & visual arts come la tedesca Ant-Zen. L’EP, per quanto sia di un certo spessore, si fa ascoltare facilmente e risulta molto orecchiabile pur trattando un genere non ascoltato da molti. Un’opera prima che merita di essere valorizzata e vissuta da parte di tutti quanti. A Daniele Vergini, l’obbligo di continuare su questa strada e di alleviarci la vita con un futuro EP o full-lenght.

Previous Next – …Next…Won’t Be Like The Previous… (First release, Autoprodotto)
I Previous Next sono un gruppo romano che esordisce con un album non certo corto e immediato, ma che sa farsi largo tra la moltitudine di nuove uscite. Post-rock d’annata che mischia atmosfere pinkfloydiane con riferimenti a capisaldi del genere come Mogwai, God is an Astronaut, Porcupine Tree. Next…Won’t Be Like The Previous oscilla tra atmosfere intime dove viene risaltata la parte più dilaniata e riflessiva del gruppo e frizzanti sfuriate rock che riaccendono l’ascolto riempiendo ogni tempo morto. Una continua fusione di questi elementi che culmina con la rappresentativa Last Day On Earth. Questi tre ragazzi che si dilettano a suonare chitarra, basso e batteria sapranno farvi passare un’ora in ottima compagnia, facendovi riflettere sulla bellezza di questa first release. Ne vedremo delle belle.

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Slow Motion Genocide – S/t (EP, New Model Label)
Ho conosciuto gli Slow Motion Genocide come si faceva una volta: andando in giro e con il passaparola di un amico. Appena ho iniziato a sentire questi cinque pezzi, le atmosfere psichedeliche hanno iniziato a saltellarmi attorno, mentre il miglior rock da soundtrack bagnava una giornata già di per se uggiosa. Piccolo odori in salsa funk-industrial sorgono timidamente all’orizzonte. Tutto così vagamente post-genere tanto da risultare come un’entità solida e propria. Si chiama stile, e gli Slow Motion Genocide ne hanno moltissimo. Ascoltare canzoni come Make Or Break o Your Strength Is My Weakness serve solo a consolidare questo mio parere e ad ascoltare in loop questo EP. Fatelo pure voi.

Kilroy – S/t (EP, Autoprodotto)
Un disco che trasuda rock e immediatezza. E’ questa prima uscita dei Kilroy. Tra Smashing Pumpkins e Verdena. Questa promettente band dei Castelli Romani da alla luce quattro potenziali hit tra suoni distorti e prepotenti inserimenti vocali. In sottofondo il sudore, il giro di chitarre, il cantare a squarcia gola e le atmosfere anni 90. Presente anche una cover di Disorder dei Joy Division che, anche se molto accademica, riesce a chiudere in bellezza il disco. Tra le più riuscite Song About Us. I Kilroy realizzano qualcosa che è molto difficile soprattutto per le giovani band:  qualcosa di semplice e vivido ma al contempo di classe e che non venga dimenticato nel giro di mezza giornata. Il futuro del gruppo è nelle loro mani e a loro toccherà scegliere se proseguire su un efficace easy-listening rock o su torbide sperimentazioni che renderanno il tutto più rischioso ma al contempo bello e affascinante. Perfetti per questa primavera che sta diventando sempre più calda. Stay rock.

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