Per raccontare l’abisso bisogna partire dall’alto, vestirsi di ispirazione angelica e raccontare con la forza dell’arte vera un mare di dolori e sofferenze.
Dev’essere questa la convinzione che ha spinto Mike Hadreas, in arte Perfume Genius, fuori da quella cameretta da cui nacque l’esordio “Learning”, interessantissimo campionario lo-fi di basse confessioni, storie di abusi non troppo nascosti e costante sensazione di inadattezza alla vita.
“Put Your Back N 2 To It” si affaccia in strada, perchè dentro è troppo dura, con un vestito elegante e raffinato che condensa i buoni sentimenti e le speranze di chi è passato oltre ed è cresciuto nonostante gli orrori, in una toccante mezz’ora di bozzetti pianistici arricchiti da arrangiamenti a regola d’arte, fatti qui di archi e altri strumenti nobili ma sussurrati, più in là di rumori di scena e intrusioni quotidiane che rendono il tutto vivo e contagioso come non mai.
Intimo e urgente, romantico e devastante, Perfume Genius diluisce in atmosfere da fiaba le inquietudini di chi un adolescente difficile lo è stato per davvero e chi, in fondo, non smetterà mai di esserlo nonostante gli anni che passano. In “Put Your Back N 2 To It” ci sono storie distruttive, pezzi di disagio da svuotare anche il più cinico, acuti disperati e viaggi in solitaria in un continuum ideale e solidale che va da Sufjan Stevens, Antony Hegarty e Jónsi Birgisson e che sommerge di bellezza mozzafiato ogni secondo e ogni nota.
Tra pornoattori per bisogno e tenero altruismo, strazianti lettere di suicidio e dichiarazioni d’amore ovviamente incompiute, “Put Your Back N 2 To It” è la storia di un ragazzo difficile alle prese con una vita difficile, tradotta in musica con la classe sopraffina e la sottile eleganza di chi, in una sorta di ascetica catarsi, ha saputo maturare nel dolore, cercando di capirlo e renderlo tollerabile con la forza devastante di note fragili sussurate in un frastuono interiore da brividi continui.
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