Registrato con maestria e mixato da Greg Saunier dei Deerhoof, “Anyway, your children will deny it” potrebbe essere il disco della consacrazione definitiva per i Father Murphy: torbido, fascinoso, inquietante quanto basta per ammaliare ascolto dopo ascolto.
Il trio trevigiano stavolta si è addentrato in territori estremi e desolanti, tra atmosfere funeree, sensazioni disturbanti ed episodi lancinanti come coltelli che si infliggono morbidamente tra le carni, al limite dello strazio.
La prima sensazione che si ha nell’approcciarsi a tale oscuro delirio sonoro è un rigetto immediato, la voglia di schivare i colpi che sopraggiungono violentissimi traccia dopo traccia è istintiva, così come l’oscuro fascino sprigionato da alcuni episodi, inquieti e sorprendentemente morbosi.
La forza dei Father Murphy sta tutta in un sound originale, impossibile da catalogare, tra deliri noise che tentano di congiungersi con una possibile forma di pop, tempeste industrial su un desolante tappeto black-metal e continue folate di psichedelica.
L’iniziale “How we ended up with feeling of Guilt” introduce l’inquietante impasto sonoro esaltando la cantilena desolante di Reverend Freddie, “It is funny, it is restful, both came quickly” frastorna e crea sgomento con la sua mitragliatrice industrial e le sue lancinanti grida finali, “Their consciousness” sconsolante marcia funebre, apre la strada all’epica e morbosa “In the flood, with the flood”, episodio di spicco dell’intero album (da vedere e rivedere il video).
Non chiedete ai Father Murphy di suonare al vostro funerale: l’anima si potrebbe ribellare al trapasso col serio rischio di ritrovarsi, fantasmi di se stessi, a brancolare nuovamente tra le italiche lande, tra sole, mafia, pizze, mandolini e…avant-folk-doom-industrial sound.