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Il Collezionista Di Ossa

Il Collezionista Di Ossa #10: Mauthausen Orchestra, Laxative Souls, Tangerine Dream, Pan Sonic

Camminando nei meandri oscuri dei magazzini di Impatto Sonoro ci siamo imbattuti in molti cadaveri, interessanti resti umani che il tempo ha dimenticato e che abbiamo deciso di riportare alla luce per non lasciare alla polvere tutte queste avvincenti storie. Afflitti dalle nostre turbe ci sentiamo un misto tra The Bone Collector e Karl Denke. Presentarvi direttamente il corpo non sarebbe abbastanza frizzante, pertanto ci siamo imposti che ogni numero di questa rubrica sarà composta da tanti piccole falangi tagliate che vi doneremo come pillole. Starà a voi seguire le tracce al suon di musica e arrivare goduriosamente al corpo del  reato.
“Mini-recensioni” di dischi finiti nel dimenticatoio, ristampe di glorie del passato, bootleg, archivi musicali e nuove uscite in formato musicassetta.
Dalla minimal wave all’industrial, passando per gruppi underground est europei, giapponesi e catacombe innominabili.

A cura di Michele Guerrini.

Mauthausen Orchestra – Host Sodomy (cass 1986 Aquilifer Sodality, Lp 2012 Urashima)
La Urashima Records ha rilasciato da non molto tempo un’interessante ristampa di questo materiale risalente al biennio 1982\83. Si tratta del primo periodo in cui il progetto di Pierpaolo Zoppo stava crescendo come un feto perverso e sinistro tra le pieghe elettriche di sintetizzatori scassati, nastri tagliati e distorsioni improvvisate.
Ora che Zoppo ci ha lasciato, è giusto ricordarlo ripartendo da qui. Da questi latrati di noise, di quello che sarebbe stato poi definito Harsh noise, o power electronics. E’ qui che tutto ha avuto origine. Tra solchi virali di rumore controllato da una lucida follia preprogrammata. Contraddizioni pure nello spirito umano, che qui hanno espressione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=6zS68Qg0e9o[/youtube]

Laxative Souls – Twist and Decease ( cass 1982, cd 2010 Trash Ritual)
Il progetto di Roberto Marinelli è fondamentale nell’ambito industrial del nostro paese, sebbene abbia rilasciato solo 3 dischi ufficiali: due cassette e un lp, “Tabu” . Se Pierpaolo Zoppo e Corbelli avevano scavato nelle viscere più scure dell’animo e della distorsione, l’approccio dei LXSS è più vicino a un dadaismo rumorista sintetico. Mischiando cut up sonori, piccole linee di tastiera, giochi di vocals e lavorando su inquiete tracimazione di rumore bianco, nasceva un mondo sbilenco e zoppicante ma virale. Al contrario di un semplice muro di suono acido, i brani di questa cassetta nascondono piccoli intermezzi di psicopatologia. Brevi confessioni ipnotiche dai ritmi esorcizzanti, che formano uno scheletro di ferraglia e vecchi giocattoli elettrici dall’empatia perversa.
Ristampato in cd dalla Trash Ritual insieme alla seconda cassetta, “Desinfektionsraum”.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=bktGHE8gDmI[/youtube]

Tangerine Dream – Ricochet (1976 Virgin, cd 2009 Virgin)
Uscito dopo una trafila di grandi capolavori della kosmische band tedesca: Zeit, Atem, Phaedra e Rubycon, Ricochet viene subordinato a questa immensa produzione, con la colpa di essere un gioco di maniera, un esercizio di stile del gruppo di Klaus Schulze. Purtroppo questa è una mera riduzione, una superficiale visione di questo pregevole gioiello. “Ricochet” è una pellicola psichedelica, un grande caleidoscopio dell’universo nella sua quiete celestiale. Le 2 suite che lo compongono mostrano un’odissea che si snoda fra partiture sintetiche e improvvisazioni melodiche registrate durante esibizioni live. Un punto di fusione quindi delle capacità sperimentali e compositive del progetto kraut nel suo climax di splendore.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=T_QXc5duq-4[/youtube]

Pan Sonic – Graviton (2012, Blast First Petite)
Il progetto dei finlandesi Vainio e Ilpo Väisänen arriva a questo disco a raggiungere un perfetto equilibrio delle proprie potenzialità. Il minimalismo elettronico dalle tinte isolazionistiche e alienanti del duo si perfeziona nelle sue atmosfere gelide, ritornando in parte però alle prime radici, quella visione post industriale dalla vena rumorista che tanto strideva con il mondo elettronico disossato che hanno ricercato lungo tutto il loro percorso artistico. Due facce in un solo corpo claustrofobico afflitto da glitch e silenzi assordanti che si muove dentro se stesso più volte.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=gBV8Wv3I85g[/youtube]

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