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Sono Stanco Delle Uova Al Tegamino

Sono Stanco Delle Uova Al Tegamino #8: The Good, The Bad and the Weird, di Kim Jee-Woon

Sei in crisi d’astinenza da serie televisive americane perché ti hanno chiuso Megavideo?
Non ne puoi più di Grandi Fratelli, programmi di cucina e Barbara D’Urso?
Rimpiangi i tempi in cui la Gialappa’s faceva ancora ridere?
Ci pensiamo noi! Abbiamo visto Cose che voi umani non potete nemmeno immaginare e ve le racconteremo. I film più assurdi e stravaganti che possiate immaginare. Le pellicole che non vedrete mai in televisione, su Sky o (a volte) nemmeno in sala. Piccoli, grandi capolavori che non hanno avuto il giusto merito, o cult di genere per fare i fichi con gli amici al bar.
Pensate ancora che ci siano solo i soliti film? Cazzi vostri.

A cura di Fabio Reato.

C’era una volta un genere cinematografico che entusiasmò il mondo: lo Spaghetti Western.
C’era una volta un regista che lo porto alla sua massima espressione: Sergio Leone.
C’erano (alcuni ci sono ancora) una volta tre mastodontici attori: Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleff.
C’era una volta il film che segnò un’epoca: Il buono, il brutto, il cattivo.

Oggi c’è la Corea e quando dici Corea il pensiero corre veloce al 2002 e al caro (carissimo) Byron Moreno. Ma la Corea non è solo quella. La Repubblica di Corea (quella del Sud, per intenderci) è anche uno dei mercati cinematografici che sta sfornando tra i migliori prodotti degli ultimi anni. Basti pensare a quel capolavoro di film che è Old Boy di Park Chan-wook (entrato, a mio avviso, nella lista dei 10 film più belli di sempre).
Dunque che cosa può uscire dall’incontro tra un genere cinematografico (lo Spaghetti Western) che ridefinì il cinema moderno, e il mercato cinematografico (quello dei coreani) tra i più fervidi e divertenti?
Un Colossal! Non un Colossal con la K da Kagata Americana, ma un Colossal con la C di Controcazzi. Prendete l’avventura che si respirava in Indiana Jones. Mescolatela con un po’ di azione alla Jackie Chan degli esordi e le sparatorie di John Woo. Metteteci un po’ di pulp, dello humor orientale e personaggi tipicamente da manga. Shakerate con cura e otterrete il The God, The Bad and the Weird (tradotto in italiano con Il buono, il matto, il cattivo). La trama prende spunto dal capolavoro per antonomasia dello Spaghetti Western (Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone, ma credo l’avevate già capito). Anche qui ci sono tre protagonisti e una mappa del tesoro, ma da lì al classico scontro finale è tutto un tripudio di situazioni assurde, frenetiche e creative. Tutto è curato nel dettaglio, con una cura quasi maniacale. Le scene d’azione coinvolgono decine e decine di elementi reali (tra attori, animali e set cinematografici), niente green-screen o trovate alla Michael Bay. Ambientato in un’epoca, quasi non-epoca, in cui convivo elementi tipicamente western (come cavalli e colt) e altri più moderni (vedi motociclette e cannoni), la pellicola ti travolge con il suo ritmo scatenato, spassoso e mai ripetitivo. La capacità visiva, oltre che uditiva (la colonna sonora sempre perfetta strizza l’occhio al maestro Morricone), ha la sua massima espressione nell’inseguimento che precede il finale. Scordatevi New York, il vero divertimento lo troverete nel deserto della Manciuria. Nulla di quello che avete visto fino ad ora  potrà prepararvi a ciò che troverete!
Uscito con due anni di ritardo nel mercato italiano(io l’ho visto in lingua originale con i sottotitoli, quindi non so che disastro possano aver fatto i doppiatori), questo film non è né un remake, né un reebot, ma un puro e semplice atto d’amore verso un regista, un’epoca e un modo di fare cinema. Tre cose che sarebbe meglio ricordare che ci sono appartenute e, spero, ci appartengano ancora.

a cura di Fabio Reato

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OzNnCK5cd8Q[/youtube]

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