Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Linkin Park – Living Things

2012 - Warner Bros
alternative/rock/metal

Ascolta

Acquista

Tracklist

1.Lost in the Echo
2.In My Remains
3.Burn It Down
4.Lies Greed Misery
5.I'll Be Gone
6.Castle of Glass
7.Victimized
8.Roads Untraveled
9.Skin to Bone
10.Until It Breaks
11.Tinfoil
12.Powerless

Web

Sito Ufficiale
Facebook

I Linkin Park, dopo circa 2 anni dall’album “A Thousand Suns”, hanno presentato la loro quinta prova in studio, “Living Things”, cd uscito il 22 giugno.

Nel periodo che va dal loro lavoro d’esordio, “Hybrid Theory”, fino a oggi, si può dire che il gruppo di Chester Bennington abbia fatto molteplici cambiamenti: nati come esponenti del nu-metal (sottogenere dell’ heavy metal), nel corso del tempo sono mutati notevolmente,passando a un sound maggiormente pop, contaminato in “A Thousand Suns” da una pesante influenza elettronica.
“Living Things”, prodotto da Rick Rubin (produttore discografico di artisti del calibro di System of a Down,Audioslave,Rage Against the Machine,ecc) e Mike Shinoda, è un cd il cui tema principale, a detta della band, riguarda “le interazioni personali”.
“Negli ultimi dischi abbiamo avuto interesse per i problemi globali e sociali”, ha inoltre aggiunto Shinoda , “e c’è qualcosa del genere anche qui, ma quest’album è molto più personale.”
Con quest’ultimo lavoro, sembra che i Linkin Park abbiano fatto un passo indietro,dando uno sguardo al passato, come ha affermato lo stesso Chester in un’intervista a Kerrang lo scorso Marzo dicendo “In questo album abbiamo deciso di prestare attenzione alle nostre origini”.
Ciò però non significa che non abbiano voluto sperimentare, dando spazio oltre che al vecchio sound anche a nuovi generi: l’album ha subito un forte ascendente dall’hip hop, caratterizzato però da tratti tipici dell’elettronica e del rock alternative.
“Living Things” si apre con “Lost In The Echo”, una delle tracce migliori: inizia con batteria e base sintetizzata in puro stile techno, per poi dare spazio alla chitarra saturata e aggressiva di Delson. Il ritmo del rapping di Shinoda è serrato e marcato e il ritornello risulta oggettivamente orecchiabile restando in mente subito dopo il primo ascolto.
Altra punta di diamante dell’album è “Burn it down”, il primo singolo estratto:su una base fortemente elettronica, Chester e Shinoda si alternano tra rap e cantato, dando vita ad un pezzo coinvolgente che ti travolge immediatamente.
“Until it breaks” è la prova di quanto l’hip hop abbia influenzato quest’album: nel brano, Shinoda domina quasi totalmente, ma il pezzo non riesce a caratterizzarsi positivamente, al contrario rappresenta un punto debole (forse l’unico) e smorza l’entusiasmo generale del disco.
“In my remains”
riporta alle atmosfere dei primi Linkin Park, con la differenza che vi è una maturità nuova ed originale: oscillando tra la misura e la grinta, Bennington canta con voce pulita e sicura.
Nel complesso, le tracce si susseguono una dopo l’altra senza annoiare,frutto di una track list progettata bene e di beats decisamente accattivanti.

“Living Things” è un disco realizzato con personalità e curato nei minimi dettagli, emozionante, ricco di melodie ritmate e interessanti: questo album rappresenta un gioiello nel percorso dei Linkin Park. I sei californiani si sono messi in gioco, rielaborando dopo 12 anni il loro genere d’origine in una prospettiva totalmente nuova ed azzeccata: hanno puntato tutto e hanno fatto all in.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_NvrWciHrBw[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni