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Di perdere la verginità al ROCK IN IDRHO 2012 non c’è stato tempo

La giornata attesa da molti è finalmente arrivata, ma purtroppo il pubblico la sognava in modo ben diverso. Ma iniziamo con ordine. Le performance che questa giornata ci offriva erano molte e tutte di gran qualità: tra i tanti i Derozer, Sum41, Millencolin, Frank Turner, The Specials ma, in particolare, molto atteso lo show dei Rancid, mancanti in Italia da quasi un decennio e vera e propria calamita di questo festival.

Fin dalle prime ore della giornata si può notare come la gente a malapena riesca a riempire metà Arena di Rho, forse per il sole, per il caldo o per i motivi più disparati, il pubblico inizia ad entrare durante l’esibizione dei Derozer, i quali suonano davvero bene, con dei suoni perfetti che lasciano risaltare ogni singola nota senza impastarsi con le altre. La loro scaletta, come è giusto che sia, tocca i loro più grandi successi come “Chiusi Dentro”, “Branca Day”, “Straniero”, “Cielo Nero” e l’inedito “Zombie”. Molto toccante quando, durante “Branca Day”, la band smette di suonare e fa cantare il ritornello della canzone al proprio pubblico che crea un sing-along pieno di fascino e da pelle d’oca.
Subito dopo è il turno di Frank Turner & The Sleeping Souls, che ci propongono un folk rock davvero molto interessante e di qualità e che raccoglie molte persone sotto lo stage. La loro performance dura circa un’ora e, dai commenti che ho sentito in giro, molti lo vorranno rivedere presto in Italia.
Qualche minuto di cambio palco è siamo al turno dei Sum41. Deryck Whibley si presenta con dei capelli rossi che fanno molto punk, a differenza di Jason McCaslin, il bassista, che sembra uscito da una band emo di fine anni 2000. Iniziano subito forte con un paio di pezzi che sono il preludio a “Mr. Amsterdam”, suonato con energia e che fa impazzire i fan assiepati sottopalco. Purtroppo sono anche il preludio a ciò che succederà di li a poco: grosse gocce iniziano a cadere dal cielo e, se all’inizio la situazione era sostenibile, dopo pochi minuti è inevitabile correre al riparo nelle zone coperte a lato dell’Arena. Deryck invita tutti a rimanere li, a non scappare e a godersi lo show ma per chi è sprovvisto di riparo, correre al coperto è inevitabile.
La band continua a suonare, si sentono le note di “Motivation” dopodiché i Sum41 si fermano qualche minuto per poi ripartire, con un evidente taglio di scaletta, chiudendo con “In Too Deep”. Questo stop sarà quello definitivo: dopo circa 15 minuti una voce dall’altoparlante informa tutti dell’incredibile: il Rock In Idrho è sospeso a causa della forte pioggia che pare abbia irrimediabilmente rovinato le attrezzature. I volti dei ragazzi la dicono lunga, tra di noi ci sono persone che vengono dalle città e dai paesi più disparati: Lecce, Palermo ma anche Svizzera e Austria e il loro disappunto è comprensibile. Il pubblico per qualche istante non ci crede, sembra sotto shock e rimane sotto il palco ad aspettare una decisione contraria, ma al quarto annuncio tutto diventa realtà. E la realtà è anche quella di persone che reagiscono alla “tragedia” trascinando i cassonetti della spazzatura per svuotarli lanciando il contenuto sul palco. Di chi porta i cestini per lanciarli sullo stage e contro le persone dello staff che si trovavano a lato. O di chi se l’è presa con le bancarelle del merch, rubando e forse anche malmenando altre vittime come loro. Di chi ha strappato teloni, divelto panchine di legno e stand. E’ una brutta realtà, e se queste persone sono le stesse che chiedono a gran voce agli organizzatori di prendere esempio dai festival esteri, forse anche loro potrebbero prendere lezioni di civiltà dal pubblico straniero, che davvero poche volte si rende colpevole di atti di tale ignoranza verso cose o persone.

In ogni caso, comunque siano andate le cose, qualunque sia la verità, Il Rock In Idrho 2012 è destinato, suo malgrado, a diventare un esempio storico che in Italia verrà ricordato per molto tempo.

a cura di Mairo Cinquetti

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