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ZZ Top – La Futura

2012 - Universal
rock/blues

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Tracklist

1. I Gotsta Get Paid
2. Chartreuse
3. Consumption
4. Over You
5. Heartache in Blue
6. I Don t Wanna Lose, Lose, You
7. Flyin High
8. It’s Too Easy Mañana
9. Big Shiny Nine
10. Have a Little Mercy

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C’era attesa per il ritorno dei più grandi, sanguigni e longevi rappresentanti dell’hard/blues texano. Attesa, perchè il loro ultimo album Mescalero (2003), che risale a nove anni fa, era da riscattare. Attesa perchè, in produzione, il nome del re mida Rick Rubin prometteva assai bene. Purtroppo, come a volte succede, non sempre nascono colorati e accecanti fiori dai cactus dell’arido deserto e quello che ne è uscito soddisfa e diverte ma non convince pienamente.Ci si potrebbe accontentare, ma a volte la pignoleria prevale.

Già un anticipo dell’album era uscito pochi mesi fa, sottoforma di Ep dal titolo Texicali, che conteneva quattro canzoni qua presenti.
Se il compito più arduo era quello di riportare il suono del power trio verso la retta via del rock/blues, si può dire riuscito. Niente pasticci elettronici, concessioni troppo smaccate all’airplay radiofonico e synth ingombranti, ma un suono diretto dove la chitarra di Billy Gibbons riprende la corsa e a seminare assoli graffianti, la sua voce è diventata più roca e aspra che mai con il tempo, e Dusty Hill e Frank Beard alla sezione ritmica mantengono quello che hanno promesso dal lontano1970, anno di formazione della band: tiro e solidità. Il titolo La Futura fa il resto, richiamando le migliori opere degli anni settanta e onorando l’entrata nella Rock n Roll Hall Of Fame avvenuta nel 2004.
Quel (poco) che non va? La produzione in certe canzoni sembra calcare troppo la mano verso la fredda pomposità, facendo perdere quello che in un gruppo sostanzialmente blues come gli ZZ Top dovrebbe essere l’imprint indiscusso: l’anima e il calore. Rubin (insieme a Gibbons in sala di produzione) ha lavorato con gli ZZ Top come lavora con i gruppi di estrazione thrash metal, quando invece avrebbe dovuto usare la mano che usò sui dischi di Johnny Cash o Tom Petty. Il rischio di far diventare il tutto molto freddo è stato toccato e superato in alcuni punti. Sull’apertura I Gotsta Get Paid (ripresa di un vecchio classico hip hop di DJ DMD) e in Comsuption, dove si salvano i tones della chitarra ma nell’insieme convincono poco. Flying High paga troppo la scontata somiglianza ad una qualunque canzone degli AC/DC dell’era Brian Johnson, magari quelli di Ballbreaker prodotti proprio da Rick Rubin. Superati questi “vizi di forma”, in fondo dagli ZZ Top si è ascoltato di molto peggio ed imbarazzante negli anni ’80, rimane un album divertente, carico e spassoso.
Meglio, allora, quando si tira fuori l’anima blues come in Chartreuse, che ruberà il riff alla loro vecchia Sharp Dressed Man e a tante altre della loro produzione, ma è un boogie blues trascinante; la rocciosa I Don’t Wanna Lose, Losen You; oppure nello swamp blues Heartache in Blues con l’aggiunta dell’armonica di James Harman. Anche quando giocano a fare i romantici  nelle due ballads che piacciono e convincono: i sapori southern di Over You con una bella e sofferta interpretazione vocale di Gibbons o It’s too easy Mañana scritta dalla coppia di cantautori folk/country Gillian Welch/David Rawlings  e ben eseguita dalla band.
Big Shiny Nine e Have a Little Mercy concludono il disco in modo tradizionalmente sporco e ruvido in perfetta tradizione  ZZ Top.

Se per il ventilato ritorno alle sonorità anni settanta (anche i più scialbi e inferiori Antenna-1994 e Rhythmeen-1996 vennero presentati così), si intendevano la scomparsa definitiva di synth e certe derive commerciali degli anni di “plastica”, il disco è totalmente riuscito. Dalle parti di Houston, le strade polverose esistono ancora. Basta cercarle alla vecchia maniera: con una stropicciata ma ancora utile mappa.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OUPqbvzSies[/youtube]

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