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Mecna, Il Buio, Title Fight, Kash: Viaggio Al Termine Della Notte #9

“La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte”

Questa è una delle frasi più celebri del romanzo Viaggio al termine della notte, scritto da Louis-Ferdinand Céline nel 1932.
A volte, non è solo la vita a perdersi in qualche frammento della notte, ma anche la musica. Con l’avanzamento dell’era tecnologica, la quantità di uscite musicali è aumentata notevolmente, portando tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Uno dei principali svantaggi è proprio quello di perdere tante piccole perle musicali nella notte della rete. La rubrica è quindi una riscoperta di tutto quello che nei giorni o mesi passati, non ha trovato spazio tra le pagine di Impatto Sonoro e che vi viene proposto come il biglietto per un lungo viaggio musicale. In ogni uscita parleremo di quattro tappe che riscopriamo assieme a voi. Non vi resta che partire e ricordarvi che la cocaina non è che un passatempo per capistazione.

A cura di Fabio Gallato.

Mecna – Disco Inverno (Macro Beats, 2012)
“Disco Inverno” di Mecna è la storia di una rivoluzione, è la storia di un po’ di gente, chiamiamola pure una crew, che ci ha creduto più di tutti, nonostante la tendenza 2.0 di certo rap italiano sia un annichilito imbarazzo per quelle generazioni di rappers che negli anni si sono persi per strada nei più censurabili dei modi. La rivoluzione è circondarsi di un sacco di amici, vecchi partigiani e nuovi entusiasti attivisti di un movimento di resistenza ad una classe dominante priva di flow e contenuti, e coinvolgerli tutti in un disco bellissimo, sincero e trascinante, un viaggio intimo nella vita di un ragazzo pugliese alle prese con una vita semplice per forza di cose e un tributo innamorato alla storia del rap italiano che non deve morire e non è morto, punto. Beat gelidi e intelligenti, mood raffinato e notturno, liriche bellissime, a volte così ingenue da commuovere, altre volte così lucide e taglienti da stupire, un manuale di rap e di vita da sapere a menadito: “Alla gente del rap digli sempre com’è, altrimenti ti seppellisce nel tempo di un caffè”.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=d6Ymod-tn2w[/youtube]

Il Buio – Via Dalla Realtà (CORPOC, 2012)
Nell’affollarsi di nuove realtà tutte italiane che hanno voluto e saputo ridare nuovo splendore ad una scena emo persasi per strada non sempre estranea da proprie colpe, i vicentini Il Buio dovrebbero quanto meno ricoprire un ruolo di primo piano. Uscito ad inizio 2012, “Via Dalla Realtà” è un 7″ di due tracce che conferma con prepotenza quanto di buono mostrato nell’omonimo esordio di due anni prima, introducendo allo stesso alcune importanti variazioni stilistiche. Tempi più lunghi e costruzioni più complesse che richiamano senza troppa paura i compianti At The Drive-In, la title-track è un esercizio di scatti e ripartenze che non teme cali di tensione o debiti di ossigeno e lucidità, sia quando si rischia tutto decantando con foga un’inquietante storia di provincia, sia quando si vince tutto con il riuscitissimo sfogo melodico del ritornello. La seconda traccia, “Inno Generazionale Di Noi Sfigati”, è un’intensa cover dell’ottimo cantautore bergamasco Caso che non può non strappare un ghigno disilluso a chi non smette mai di provarci nonostante tutto. Li aspettiamo alla prova su distanza per scalare definitivamente le gerarchie.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=0hv3INf0LUk[/youtube]

Title Fight – Floral Green (Side One Dummy, 2012)
I Title Fight sono nati nell’epoca sbagliata e ce lo urlano addosso con tutta la forza del caso nell’ultimo “Floral Green”, una testimonianza vivente di come e quanto l’epopea grunge non si sia mai e poi mai esaurita del tutto. I quattro americani, ancora giovanissimi nonostante una carriera già quasi da veterani, lasciano da parte l’hardcore melodico degli esordi per seguire il fascino viscerale di certo rock alternativo di inizi ’90, condensandolo in un songwriting istintivo ma sorprendentemente maturo, in grado di spaziare senza intoppi tra densi momenti di riflessione e derive shoegaze da fare scuola. Promossi alla grande anche dal vivo, i Title Fight sono la carta giusta per tutti quei nostalgici che non hanno mai smesso di pensare a come sarebbero potute andare le cose in un mondo migliore

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YD-lqmIBNr8[/youtube]

Kash – Full Of (Sick Room Records, 2012)
Quanto Steve Albini pesca qualcosa in Italia raramente sbaglia: il ritorno dei piemontesi Kash, registrato nei nuovissimi Oxygen Studios di Cuneo, è quanto di più orgoglioso ci sia per gli amanti di quella bella fetta di musica italiana che ha saputo fare proseliti anche e soprattutto fuori dai confini nazionali e che, a partire da nomi come Uzeda e Three Second Kiss, detta legge alla stregua di molti dei mostri sacri del settore. “Full Of” si muove sicuro in territori math gestendo con classe momenti di riflessività post-rock e altri di urgente irruenza tipicamente noise. Gioielli come “Eagle” e soprattutto la splendida “Tiger & Lion” ci mostrano una band ancora in pole per affacciarsi ai 4 angoli del pianeta senza alcun complesso di inferiorità.

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