The Coup sono sinonimo di rap politico, direttamente da Oakland terra che ha sfornato proprio nel rap alcuni elementi che resteranno nella storia. Un gruppo atipico in tutto, da come si presenta a come si veste e che sceglie la protesta ma con la formula del groove e dell’ironia. Sulla scena da vent’anni questo “Sorry to bother you” è il loro sesto lavoro.
Personalmente quando sento parlare dei Coup viene sempre alla mente quell’episodio incredibile legato all’uscita del loro quarto album “Party Music” targato 2001. Nel giugno del 2001 il gruppo realizza la cover dell’album (in uscita a settembre) che ne immortala i componenti con alle spalle le Torri Gemelle in fiamme. Inutile ricordare cosa accadde realmente nel settembre di quello stesso anno. Questo serve per far capire il messaggio limpido della band e per dovere di cronaca “Party Music” venne distribuito con una cover alternativa.
Siamo lontani dal rap standard (c’è una band, si suona, ci sono strumenti veri e voci che si intersecano di continuo), anzi le sonorità e il timbro di voce ricordano incredibilmente gli Outkast e André 3000 (“The Magic Clap” evidenzia chiaramente tutto questo, la somiglianza nel flow in questo brano è impressionante). Un album “movimentato” ci si muove dall’inizio alla fine nonostante i brani siano molto differenti tra di loro. C’è anche spazio per la sperimentazione e per brani deliranti come “Your Parent’s Cocaine”. Le produzioni sono tutte notevoli e complesse (“We’ve Got a Lot to Teach You, Cassius Green” uno dei pochi momenti soft e “The Gods of Scienze” tra le migliori). “The Guillotine” l’episodio migliore dell’intero album, brano e videoclip straordinari. Notevole “WAVIP” che chiude il tutto.
“Sorry to bother you” è un buon lavoro, non passerà alla storia ma è il nuovo capitolo di un gruppo che ha come marchio di fabbrica l’evoluzione e la ricerca. C’è bisogno di questo tipo di musica.
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