La Goat Man Records è un’etichetta che sta attirando sempre più attenzioni su di se. Su Impatto Sonoro le è stato dedicato un numero di I Love My Label dove si è parlato molto di In The Kennel. Questo progetto fonde le esperienze e i vissuti di due o più musicisti con l’obiettivo di realizzare nuovo materiale in comune. Dopo l’intenso Gentless3 & La Moncada, siamo giunti al secondo volume contraddistinto da atmosfere più cupe e nebbiose.
In questo volume, il jazz-afro-impro-core-chipiùnehanemetta dei Mombu si fonde con le chitarre dell’ottimo Paolo Spaccamonti. Spaccamombu è quello che non ci si aspetta e che all’improvviso ti investe. Una macchina senza tempo che, ancora sporca di olio e di benzina, sfreccia iperveloce fino a travolgere in pieno l’ascoltatore. Oscuro e nero nel cuore, ma con una testa di serie rosso fiammeggiante. Cose di altri tempi. Spaccamonti e le chitarre donano un’anima in più al già ampio spettro di colori, disegnando nuovi orizzonti dove i due romani non si erano ancora spostasti. Le atmosfere afro-ritualistiche man mano lasciano spazio a lisergici panorami drone-noise, alle atmosfere fumose pulp anni ’50 e ai passaggi più acidi-psichidelici. Il pathos viene pompato ai massimi livelli e il coinvolgimento diventa assicurato, sia se stiamo parlando di incursioni sonore come Idemortos o Mountains Crashing Sound, sia sulle suite sonore più lunghe e agghiaccianti come Altar Of Iommi. La bellezza e il “lirismo” degli Spaccamombu è dovuto alla loro anima musicale che pulsa ad un ritmo essenziale tanto da diventare ritmico e vivido, proprio come la loro musica.
Fluidi e con una forte scioltezza interiore, gli Spaccamombu confezionano In The Kennel Vol.2, un lavoro ambizioso, dove atmosfere calde si fondono con demoniache presenze fino a creare un abisso di note, colori e influenze. Anche se avrei preferito un minutaggio leggermente più alto, questo lavoro è un’ottima prova di coraggio e passione.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=iZDBDjGgAjw[/youtube]