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Meteorismi

Meteorismi #6: VENGABOYS

Meteorismi, ovvero star che, come peti, si dissolvono nell’etere

Meteorismi: una rubrica di stampo informativo con lo scopo di farvi esclamare, in ogni finale di puntata, “Vedi, c’è chi sta peggio”. Una pompata all’ego e alla curiosità, attraverso l’analisi delle fini più o meno decorose di quegli artisti definibili oneshot. Si inizi dunque, al grido di: Never ending merda.

Vengaboys

“If you’re alone and you need a friend
Someone to make you forget your problems
Just come along baby take my hand
I need a lover tonight”

Poeti del contemporaneo, se riconosci questo estratto, oltre ad avere una coraggiosissima cultura musicale sai assolutamente di chi stiamo parlando.

I Vengaboys sono gli ABBA del ventennio successivo, ma di origine olandese, con riferimenti sessuali più espliciti e meno latitanti sulla loro omosessualità. Hanno avuto enorme successo a cavallo tra gli anni ’90 e i primi duemila con pezzi come Boom, Boom, Boom, Boom!! e We’re Going To Ibiza!; sempre e comunque grande entusiasmo nei titoli e non troppo sforzo nei testi (vedi Up&Down che è sia il titolo che il testo del brano, cioè la trasposizione reale di “minima spesa massima resa”).
Di base i Vengaboys volevano fare un sacco di festa, sesso e vacanza, il tutto vestiti da marinaretti nella migliore delle ipotesi, da fanatici del BDSM nella peggiore.
La storia dei Vengaboys è molto avvincente.
Il loro produttore aveva un mate con cui faceva il Dj, erano soliti organizzare delle feste abusive girando il mondo sul loro autobus-consolle. Nella scena li chiamavano vengaboys (con la v minuscola). Quando, nel ’97, la cosa inizia a farsi seria, i due decidono di ingaggiare quattro ballerini, due femminucce e due maschietti. Da lì ai Vengaboys (con la V maiuscola) il passo è brevissimo. Dopo averli creati semi a tavolino, il produttore li manda a tutti i festival della scena europop facendogli fare il super botto. Ovviamente fanno parte del movimento “band in letargo:, passavano infatti 6 mesi all’anno sa il signore dove e gli altri 6 mesi caldi a fare tour e singoli estivi.
Come sempre succede ai nostri peti della musica, i Vengaboys hanno prodotto più remix che pezzi originali, diventando amaramente loro stessi sinonimo di quei pezzi abusati.

Dal ’97 al 2001 i Vengaboys sono gli artefici dell’80% dei contenuti delle compilation che iniziano con la parola HIT e POP. Ci allietano le estati con ritmi ripetitivi ma coinvolgenti, costumini sempre più eccentrici e degli alter ego cartoon 3D (di pessima realizzazione) che permettono loro di addentrarsi ancora di più nel soft porno.

Ogni volta mi capita di sentire un loro pezzo, almeno fino ad ora, non posso fare a meno di pensarli imprenditori nel 2012. L’attività in questione è un rock club scambista in una cittadina olandese, in cui oltre a gestire il tutto si esibiscono in spettacolini burlesque-drag queen-kinky. Gli affari vanno molto bene, e loro riescono ad unire la loro passione per danza e trash a quella per la ginnastica da letto.

La vita vera purtroppo non è stata così rosea ed ottimista come la mia immaginazione.
Nel 2001 un avvenimento turba il mondo, e molto nel profondo anche Denise (la bionda\rossa del gruppo) che lascia la band per paura di volare post 11 settembre.
Potrebbe essere tutto comprensibile se non fosse che Denise decide di intraprendere, quasi immediatamente dopo, una carriera solista. Non riesco a capacitarmi di questa sua scelta, visti i prevedibili risultati, ma soprattutto vista la premessa di potersi muovere solo via terra.
Si dice in giro organizzasse dei concerti nel suo quartiere e che fossero abbastanza partecipati.
Nonostante la carriera a km0 di Denise, il resto della band ha continuato a calcare le scene, anche se dal “mercato” erano formalmente usciti. Con buona probabilità questo fatto era dovuto al continuo turn over di membri che lasciavano\rientravano\rilasciavano il gruppo. L’unica combattente che non si è mai arresa è Kim Sansabone – la Mel B dei Vengaboys – che mi piace paragonare ad un’ape regina.
Dopo tutto questo nel 2004 i VB organizzano un concerto di addio, a cui ha partecipato chiunque avesse fatto parte del gruppo anche solo per un nano secondo. Il concerto non l’ho visto, ma credo fosse come assistere ad un live degli Slipknot, intendo come quantità di persone presenti sul palco.

Il fascino discreto della musica pop ignorante però non ha tardato a compiere il suo incantesimo, e così 3 anni dopo i Vengaboys hanno ripreso ad esibirsi live: non producono più dischi, ma hanno deciso di puntare di più sullo stylist arrivando ad essere più eccentrici e sbagliati che mai.
Vi lascio con una carrellata di immagini evocative che dicono più di 100 parole e vi consiglio di spulciare il loro sito, è un’esperienza di altri tempi: www.vengaboys.com


Vengaboys are back in town!

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