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The Wrestler, di Darren Aronofski


Scheda

Titolo Originale: Id.
Nazione: Usa - 2008
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Robert D.Siegel
Genere: Drammatico
Produzione: Protozoa Pictures Saturn Films
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 112 min.
Interpreti: M.Rourke, Marisa Tomei, Evan R.Wood, Todd Barry, Mark Margolis
Nelle sale dal: 6 marzo 2009
Voto: 7

Randy Robinson detto “the Ram” (trad. l’ariete) è una vecchia gloria del wrestling che ormai è costretta a esibirsi in palestre di pessimo livello. Al tempo stesso vive in un camper e lavora presso un centro commerciale cercando di ricrearsi una vita lontano dal ring ovvero l’unico luogo dove si riesce ancora a sentire davvero importante.

Nel 2008 il film di Aronofsky colpì allo stomaco il pubblico delle sale, e anche la critica cinematografica, esattamente come il “Ram Jam”, cioè il colpo terminale, di Randy Robinson. A dare il viso, i lividi, l’anima e un corpo visibilmete martoriato a questo guerriero dal passo sempre più lento e dolorante un Mickey Rourke che si è sin troppo immedesimato nelle vicissitudini di un vecchio campione. Un campione che altri non è che un “one trick pony”, come cita lo splendido single “The Wrestler” appositamente creato per la pellicola da Springsteen, ovvero un’attrazione capace di esibirsi facendo esclusivamente un numero, l’unico che conosce, l’unico possibile che nel caso di Ram Robinson, ispirato liberamente alla figura di Roderick “Roddy” Toombs, è lanciarsi sul ring simulando ormai da molti, anzi troppi anni centinaia di incontri. Poco importa se alla fine il prezzo da pagare è l’aver trasformato il proprio corpo in una farmacia ambulante oppure se ancora peggio il prezzo sia la propria vita. A contorno dell’esistenza alla deriva di questo vecchio wrestler un Jersey livido e invernale fatto di palestre, camper, centri commerciali e topless bar; luoghi popolati da altri personaggi altrettanto alla deriva come Ram uno su tutti Cassidy, interpretata da una Marisa Tomei perfettamente calata nel ruolo della loser esattamente come Randy, ovvero una lap dancer non più giovanissima e con un figlio a carico di nove anni. Il risultato finale, per un film che ha fruttato alla produzione premi di critica e pubblico, è una pellicola dalle tinte livide che rende vivo il dramma di una nazione anche lei alla deriva, non pronta ad accettare chi è sconfitto, chi non ce la può più fare perché risucchiato da un sogno che ormai è diventato un incubo, poco importa se stiamo parlando di un “one trick pony” uno che ha una sola freccia nel proprio arco, una sola da scoccare con il rischio di frantumarla in mille pezzi.

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