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I Love My Label

I Love My Label #3: Trovarobato

Durante tutti questi anni abbiamo avuto modo di conoscere e confrontarci con moltissime etichette discografiche indipendenti, realtà più o meno piccole, ma con un cuore grande così, animate dal lavoro e dalla passione di persone che fanno della musica il loro primo amore. “I Love My Label“, che prende il titolo dalla bellissima canzone di Nick Lowe, vi accompagnerà ogni primo venerdì del mese alla scoperta di un’etichetta indipendente, di chi e cosa ci sia dietro: sacrifici, soddisfazioni, vittorie, sconfitte, persone splendide.

A cura di Azzurra Funari.

Continiuamo a dare voce a coloro che la musica la sostengono e la producono con la nostra rubrica “I Love My Label”. È la volta dell’etichetta bolognese Trovarobato.
Abbiamo raggiunto Michele Orvieti e Gianluca Giusti chiedendogli di raccontarci i loro ricordi, la loro esperienza e la visione che hanno della musica e della discografia. Per rispondere alle nostre domande hanno fatto ricorso ai loro ricordi, alle loro emozioni degli esordi riascoltando interamente l’album “Mey Ark Vu” dei Transgender, uno dei primissimi dischi prodotti da Trovarobato.

Siete attivi dal 2004, ne è passata di acqua sotto i ponti: che ricordi avete degli inizi?
Trovarobato nasce dall’esperienza dei Mariposa, dalla volontà di indagare cosa c’era dietro alla “musica suonata sui palchi”, di svelare i meccanismi, di appprezzare la complessità del mondo musicale italiano. Trovarobato nasce in definitiva dalla curiosità di un gruppo di musicisti che non volevano solamente limitarsi a suonar musica nei locali, ma volevano conoscere il mondo che ci stava attorno.

Continuiamo questo sguardo al passato. Immagino siate nati con dei sogni in testa…quali?
Trovarobato nasce appunto come etichetta dei Mariposa: volevamo infatti conoscere il mondo musicale per essere autonomi e referenti unici del processo discografico. Successivamente, provammo a valorizzare dischi incisi da artisti a noi vicini o che avevamo conosciuto tramite l’attività concertistica dei Mariposa.

Li avete realizzati?
Forse non abbiamo ancora capito realmente i meccanismi del mondo discografico italiano, ma sicuramente abbiamo conosciuto molte band e con una buona parte di queste abbiamo fatto uno splendido percorso assieme.

Cosa vi identifica come casa discografica?
L’eclettismo (ma mai fine a se stesso), la curiosità, la voglia di andare in profondità, la ricerca di prospettive inconsuete, il tentativo di stupire prima di tutto noi stessi.

Simona Gretchen, Kings of Opera fino a Iosonouncane, producete artisti e musica molto diversi tra loro: avete una linea guida?
No. Però ci piace la “ricerca”. E gli artisti prodotti da Trovarobato sono sempre dei ricercatori all’interno dei loro ambiti. Alessandro Grazian e i Mariposa hanno fatto ricerca nell’ambito della forma-canzone; Boxeur the Coeur e IOSONOUNCANE hanno cercato una nuova prospettiva di canzone elettronica; Samuel Katarro (ora King of the Opera) ha ridefinito i parametri di una nuova psichedelia; Junkfood e Zzolchestra hanno cercato di portare il jazz verso territori più freschi e attuali; Der Maurer (Enrico Gabrielli) ha cercato di portare l’avanguardia nei rock club. Solo per fare alcuni esempi.

Quali sono gli aspetti che privilegiate quando decidete cosa produrre? Cosa vi fa scattare la scintilla?
La propensione alla collaborazione, al lavoro di squadra, alla volontà di meticciare e ibridarsi: abbiamo sempre lavorato con piacere con artisti che hanno inteso il meccanismo di produzione e promozione come un mutuo scambio di idee, intuizioni e proposte. Con honeybird & the birdies stiamo procedendo proprio in questi giorni in questa modalità e i risultati sono eccitanti.

Da quale costola è nata Sfera Cubica?
Sfera Cubica nasce dall’unione di due forze: da un lato due agguerritissimi professionisti del settore musicale, provenienti da esperienze di giornalismo, web, radiofonia e non ultimo organizzazione di eventi nell’ambito del Meeting degli Indipendenti di Faenza; dall’altro lato la storia decennale dell’etichetta Trovarobato che mai è stata solamente un’etichetta tout court ma che si è sempre espressa a 360 gradi nell’ambito dei servizi per la musica e i musicisti.
Caratteri differenti e differenti background che hanno portato grande completezza e apertura di vedute all’interno di Sfera Cubica. Tutto questo ha permesso a questa giovane realtà, nata appena agli inizi del 2012, di diventare già dopo pochi mesi l’ufficio stampa italiano del San Miguel Primavera Sound di Barcellona e dell’Optimus Primavera Sound di Porto: l’esperienza è stata un successo ed ha portato al rinnovo della collaborazione anche per l’edizione 2013.
Una fucina di idee dunque, creazione e progettazione di eventi (come il torneo di calcetto per etichette indipendenti “Tutto Molto Bello” giunto alla sua seconda edizione), ideazione di progetti radiofonici (come il format settimanale “Mei Web Radio” dedicato agli artisti emiliano-romagnoli e giunto al suo terzo anno di messa in onda), booking e casa discografica (col marchio Trovarobato); e un ufficio stampa e promozione che avuto la fortuna di collaborare con tanti bravissimi artisti dai quali ha potuto imparare tanto e ai quali a dato quanta più energia possibile.

Cosa pensate dei costi di produzione oggi? E voi come vi ponete in merito?
I costi sono bassi, sempre più bassi. I rientri però dimagriscono, quindi è un periodo in cui bisogna riflettere. Possiamo riparlarne alla fine del 2013? Per quell’epoca sapremo che fine hanno fatto i dischi, forse!

Con il torneo di calcio “è tutto molto bello” avete dato un’occasione di incontro alle case discografiche indipendenti. Credete che dall’incontro e confronto tra queste realtà possa nascere qualcosa di buono per la nostra musica?
Crediamo che la cosa più interessante sia poter far dialogare le realtà discografiche all’interno di un contenitore decontestualizzato: è stato magnifico quindi veder parlare d’affari ai margini di un campo di calcetto, prima e dopo una partita!

Progetti per il futuro?!
Una nuova edizione 2013 di “Tutto Molto Bello – Torneo di Calcetto per etichette indipendenti”!

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