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Il Diario Dell'Antigenesi

Alanjemaal, Paisley Reich, Tree B***h, Lads Who Lunch: Il Diario dell’Antigenesi #16

Questa rubrica vuole essere un diario, una raccolta di pensieri, emozioni e suggerimenti su ciò che ci colpisce dei gruppi emergenti. Demo, EP, first release, MP3, tracce singole, bandcamp, myspace, e-mail. Tutto fa brodo e armonia per riempire queste pagine con nomi di progetti sconosciuti o anomali. Ci piace semplificare il tutto e mettere in collegamento realtà, persone e pensieri. Un percorso anomalo e brutale che non tiene conto delle tradizioni e del giudizio conforme. Come un’abiura della genesi, vogliamo prendere strade evolutive e di pensiero anarchiche e indipendenti, per seguire la nostra ricerca di forme artistiche nuove, che muovono i primi passi nel caos della creatività.
Se volete segnalare il vostro materiale potete mandare una mail a: antigenesi@impattosonoro.it . Vi avvertiamo che tutto ciò che ci arriverà passerà esclusivamente per la scimmietta pesca voti. Siete avvertiti.

A cura di Fabio Gallato.

Alanjemaal – Dalla Ruggine (Autoproduzione, 2012)
Esordio posticipato di ben 10 anni quello degli Alanjemaal: registrati e prodotti nel 2001 dall’allora sicurezza Fabio Magistrali e lasciati nel dimenticatoio fino ad oggi, i 10 brani che compongono “Dalla Ruggine” non sembrano risentire del tempo che è passato e che ha ineluttabilmente cambiato lo sfondo. Un complesso esempio di rock, psichedelia e progressive che non può che colpire al cuore chiunque abbia seguito le gesta del panorama musicale italiano dal 2000 ad oggi: ci sono dentro echi di Afterhours e Marlene Kuntz, ma anche di Lotus e Numero 6, così come certe decisive divagazioni in stile PFM che non stonano affatto al cospetto di quelle deflagrazioni pseudo-noise che a tratti donano al disco quella piacevole sensazione di continua imprevedibilità. Particolare menzione per la partecipazione straordinaria dei coniugi Gigi Giancursi e Elena Diana dei Perturbazione, che all’epoca registravano quel capolavoro che è “In Circolo” e che qui si fanno prepotentemente sentire oltre che nell’ovvio e toccante violoncello di “La Vita Agra di Luciano B.” nei dieci intensi minuti della cavalcata “Via Corelli”. La classica storia del vino tanto buono quanto invecchiato però stavolta non ci frega: vogliamo presto nuovi lavori per recuperare il tempo perso.

Paisley Reich – |Dive| (Autoproduzione, 2012)
Shoegaze, punkgaze, postgaze, noise-pop, psych-pop, dream-pop, post-pop, postaminchia, chiamatelo un po’ come volete. I 5 pezzi che compongono “|Dive|” dei romani Paisley Reich sono un’autentica meraviglia che non si sentiva in Italia dai tempi dei Pecksniff o dei migliori Julie’s Haircut, cose di una dolcezza e di un’orecchiabilità disarmante, cose sommerse da quel rumore continuo e speciale che ha fatto innamorare per anni una generazione di sfigati e che così, dal nulla cosmico del contributo tricolore alla produzione di genere, torna a scoccare frecce d’amore letali come Cupido o come una canzone a caso dei My Bloody Valentine. Ai Paisley Reich qui gli si vuol già un bene dell’anima.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=A6vcr_oR4B0[/youtube]

Tree B***h – Modem (Autoproduzione, 2012)
Alla fine dell’ascolto di “Modem”, ep di 6 tracce a nome Tree B***h, difficilmente avrete ancora chiaro il concetto di forma-canzone e tutto quel che ne deriva. Il duo pistoiese tutto al femminile si addentra con cruda consapevolezza in un inferno di destrutturazione e sperimentazione, fatto di estremismi lo-fi caratterizzati dall’incedere spiazzante, ossessivo e marziale delle percussioni sempre accompagnate da un basso distorto e grossolano. A portare a casa il piatto ci pensa però l’ipnotico intreccio di voci: di vago e bizzarro stampo nipponico, è tutto un rincorrersi in un delirio di urli, urletti, lamenti e stonature varie che funzionano incredibilmente alla grande.

Lads Who Lunch – Talk (RBL Music Italia, 2012)
Gli anni ’80 più lucidi e glitterati – e diciamocelo chiaramente, anche quelli più divertenti – nell’esordio su lunga distanza dei romani Lads Who Lunch. “Talk” è un esercizio più di stile che d’ingegno, un revival pulito, elegante e tecnicamente ineccepibile che procede a passo saldo senza significativi momenti di stanca o stupefacenti picchi di creatività. Merito, o demerito, di un progetto che si limita a pescare a piene mani dai nomi più grossi del decennio magico del pop – dagli U2 ai Queen, dai Cure ai Depeche Mode, passando per Bronski Beat e i Duran Duran – senza arrischiare qualche colpo che non sia ad effetto assicurato. Un gran potenziale per ora sprecato.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Nrp9Mp4qX24[/youtube]

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