Torniamo indietro con le lancette di un anno e mezzo. A Marzo 2011 i New Order erano sciolti ormai da cinque anni, dopo che Peter Hook se n’era andato e la band si era sciolta. I rimanente membri, Bernard Sumner e Stephen Morris, si erano imbarcati in un nuovo progetto chiamato Bad Lieutenant, con scarsi risultati. Questo disco doveva essere la pietra tombale della band, un momento per ricordare le emozioni che il gruppo aveva creato.
Questo disco doveva uscire proprio a Marzo 2011, ma è stato ritardato fino ad ora, dato che nel frattempo la band si è riformata senza però l’ex bassista, che si è a dir poco infuriato. Così le cose sono andate per il lungo, anche troppo, per un album di rarità. Questo LP infatti è una raccolta di inediti usciti dalle ultime sessioni di registrazione della band, quelle di “Waiting for the Sirens’s call”. È inevitabilmente quest’ultimo il riferimento del lavoro uscito in questi giorni. Chi si aspetta le atmosfere degli anni ’80 più sperimentali rimarrà decisamente deluso. Qui, come nel disco del 2005 c’è del synth pop moderno e attualizzato per le classifiche di oggi. Ma questo non è certo un limite: il suono è molto curato e la produzione è praticamente ineccepibile: ogni ritornello funziona e gli arrangiamenti sono curati al limite del leccato.
Ci sono beats ottantiani, ma soprattutto molte chitarre e del pop leggero, ma sempre ben pensato. Nulla di troppo originale, per carità. Molti riff in realtà sono accordi davvero sentiti mille volte, ma sono messi in modo tale da essere sempre al posto giusto. Fortunatamente non manca neanche la varietà, dalle sonorità più elettroniche (“Shake it up”) al pop allegro (“Hellbent”), ma non mancano le sorprese. Ad esempio “Recoil”, splendido ripescaggio di sonorità tastieristiche degne dei primi lavori (è in un certo senso simile alla splendida “We all stand”).
Sia chiaro: non è un disco che passerà alla storia ed è principalmente un disco per i fan. Ma il materiale è di qualità mediamente alta e conferma che gli ultimi New Order erano sicuramente una band molto diversa dagli sperimentatori degli esordi, ma che erano sicuramente una band dotata di una maturità artistica invidiabile.
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