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Interviste

Intervista ai CAPONORD

L’album “Copriti gli occhi” è il primo lavoro dei Caponord, che esce per Warner Music Italy dopo il promettente esordio con la produzione indie “Un film sul panico”, che nel 2011 ha attirato l’attenzione di Mtv (i Caponord sono stati la prima band scelta per il progetto “Mtv New Generation”) e un vasto seguito sul web con quasi 150 mila views su YouTube, di cui 50 mila solo per il brano “Non sono matto”. Li abbiamo incontrati in occasione del concerto al Circolo degli Artisti di Roma.

Come mai questo nome?
Il nome è arrivato dopo quasi un mese che eravamo in studio per il nostro primo disco.
Il disco è stato registrato in inverno, sui monti in provincia di Bergamo, fra freddo e neve. Una sera mentre stavamo tornando a casa ci lamentavamo del freddo… ”Sembra di essere a Caponord..” dopo un secondo ci siamo guardati negli occhi e quello è diventato il nome.

Attualmente siete in tour, come sta andando?
Essere in tour è la cosa più bella per un musicista. La strada, la gente e la tua musica che ogni sera esplode davanti a persone diverse. Dà un senso a tutto il lavoro in studio. Se fosse per noi, staremmo in giro per sempre.

Che rapporto avete con il palco?
Ogni nostro concerto richiede una preparazione notevole, sia sul palco che al mixer. Siamo dei perfezionisti quasi maniacali, ci vogliono ore per i suoni, ma quando tutto è pronto stare sul palco è l’unica cosa che conta.. E’ dura aspettare l’ora del concerto… il palco ci chiama e noi ci prepariamo in silenzio a buttare tutto fuori una volta là sopra.

Siete stati la prima band scelta per il progetto “Mtv New Generation”: che esperienza è stata?
Mtv è stata importante per noi, diciamo che ci ha introdotto, ci ha aperto delle porte. Il progetto di “Mtv New Generation” è stato utile alla scena musicale italiana, siamo orgogliosi di averne fatto parte e di averlo battezzato! Nel sottobosco si muovono tanti progetti interessanti, hanno bisogno di un canale per farsi sentire: ecco, Mtv ha fatto un signor lavoro in questa direzione.

Il vostro album “Copriti gli occhi” è prodotto dalla Warner Music: quanto credete che la major vi abbia influenzati?
Copriti gli occhi non è stato in alcun modo influenzato, a livello artistico, dalla nostra firma con Warner. Ci hanno lasciato carta bianca, credono in noi e tutto si è svolto in maniere molto naturale. La musica deve essere libera, dal momento in cui viene condizionata perde sincerità e smette di esistere. Noi, per questo, siamo molto grati alla nostra casa discografica.

Il disco suona molto pop e orecchiabile e i testi sono immediati e dai contenuti facilmente condivisibili: quali storie vi ispirano?
Siamo degli osservatori attenti, ci piace curiosare fuori dal finestrino e divertirci tra noi a ricostruire le storie, le vite e gli umori di chi ci passa davanti. Cosa può nascondersi dietro ad un modo di camminare, ad uno sguardo, ad un abito, ad una parola, ad un gesto quotidiano in cui ci imbattiamo? Ci piace chiedercelo, immedesimarci, immaginare cosa sarebbe per noi. Forse è per questo che poi la gente si immedesima nei nostri testi: parliamo di loro, parliamo di noi.

Si parla di voi come fenomeno brit-pop: cosa c’è di British nel vostro mondo musicale?
I nostri ascolti principali, quelli che più ci hanno segnato, vengono da quel mondo. Siamo affascinati dal modo in cui gli inglesi fanno musica: l’attitudine, la spontaneità, la naturalezza. In Italia c’è sempre bisogno di urlare, di piangere, di strapparsi il cuore. Lì fanno tutto in maniera più fredda, più distaccata, arrivano dritti al punto senza commedie.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Jts4YK-AFcM[/youtube]

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