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Interviste

Intervista a GUGLIELMO UBALDI – MusicReleaser Italia

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Siamo andati a scambiare quattro chiacchiere con Guglielmo Ubaldi, co-fondatore del progetto MusicReleaser Italia, la prima piattaforma di marketing digitale e social specificamente disegnata per musicisti ed etichette discografiche indipendenti italiane.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=zldqX0NVhwU[/youtube]

Ok, non è un sito di crowdfunding e questo si è capito. Quindi cos’è in poche parole? Com’è nata l’idea?
E’ una piattaforma per “sbloccare” musica. L’idea è nata proprio intorno a questo concetto, ovvero quello di avere un contenuto “bloccato” che viene rilasciato a seguito di un gioco che coinvolge attivamente i fans dei vari artisti. L’idea nasce addirittura nel 2007, quando ipotizzammo che le nuove tecnologie avrebbero garantito di fatto l’accesso gratuito ai contenuti digitali. Ci rendemmo conto che pubblicare non sarebbe stato più sinonimo di vendere (un vinile, un CD), ma avrebbe significato letteralmente “rendere pubblico” (sbloccare) un contenuto, con tutte le sfumature del caso (streaming, download etc…).
Era dunque opportuno ridefinire il concetto stesso di “pubblicazione” (release) e provammo ad inventarci un meccanismo che permettesse agli artisti di estrarre valore dal processo di “sblocco” dei contenuti.
L’integrazione con i Social Networks è stato il passaggio successivo, suggerito dal fatto che oggi per gli artisti la promozione passa anche e soprattutto per quei canali.

Quindi anche in questo caso, come nel CF, la community è fondamentale. Si può dire quindi che in questo caso la community ha il compito di sostenere l’artista non tramite soldi ma tramite la circolazione dei contenuti?
Sostanzialmente sì, rendendo di fatto MusicReleaser ITALIA una piattaforma ottimale per la promozione sul web.
Una volta chiarito che non siamo un sito di crowdfunding, è però sbagliato secondo me definire la nostra piattaforma sulla base delle differenze che ci contraddistinguono dai siti di CF.
Noi pubblichiamo materiale che viene sbloccato attraverso un processo che, come sottolineavi tu, amplifica la circolazione sul web dei contenuti degli artisti.
Quindi abbiamo ben poco in comune con i siti di crowdfunding, sarà anche perchè a noi continuano a piacere gli artisti che rischiano di tasca propria; non a caso gli artisti arrivano da noi col contenuto già pronto, sia esso un brano, un disco, un video, un remix, un live o altro.

Sia nel vostro promo, sia in queste prime domande ci tenete a precisare puntualmente la differenza tra voi e il crowdfunding. E’ forse a seguito delle recenti polemiche sull’etica di questo mezzo?
No, anzi, non vorrei essere equivocato: a noi non interessa dare dei giudizi di merito. Il mercato offre tantissimi strumenti, sia di finanziamento che di promozione e gli artisti e le etichette scelgono in entrambi i casi ciò che reputano più conveniente.
Verò è che quando si sente parlare di supporto dei fans e di un Goal da raggiungere, al giorno d’oggi viene subito da pensare al CF ed è normale che sia così dopo il successo di Kickstarter e Pledgemusic.
Il CF ora è di moda, mentre noi proponiamo un’idea che crediamo sia innovativa, ma la strada per fare conoscere questo modello è ancora lunga. Per quanto riguarda il promo, è un modo divertente per dire a che noi NON siamo MusicRaiser, visto che ci scambiano in continuazione per loro. Ah, e non chiedere a me perchè abbiamo un nome simile al loro, perchè noi abbiamo iniziato nel 2010…

Non c’è il rischio che però tutto questo sia fine a sé stesso? Che una volta esaurita la campagna non ci sia un seguito? Cosa vi dicono a tale proposito i feedback raccolti dalle campagne fin’ora?
Partiamo dal presupposto che ogni tipo di promozione ha senso solo se sottende una strategia di medio-lungo termine. Questo per dire che ogni cosa va coltivata con cura; la promozione è un passaggio obbligato e oggi gli artisti devono mettersi in gioco anche in questa fase e curarla, sempre più spesso, in prima persona. Il lavoro non si esaurisce lì, è ovvio, ma la tappa è obbligata.
Dal punto di vista strettamente operativo, per farti un esempio posso dirti che a Campagna terminata l’artista continua a “estrarre valore” dai propri contenuti grazie all’aumento costante della propria newsletter (per scaricare i contenuti gratuiti bisogna iscriversi alla newsletter dell’artista).
Inoltre non devi pensare alla Campagna come ad uno strumento legato necessariamente all’uscita del disco, ma come ad un metodo promozionale che permette di utilizzare anche contenuti “speciali” che spesso nè gli artisti nè le etichette sanno come utilizzare (ad esempio i live, i remix o le versioni alternate). E’ quindi uno strumento flessibile che, se utilizzato con intelligenza, può essere molto utile per tenere alto l’hype su un determinato artista.

Quanto detto finora lascia intendere che una promozione di questo tipo possa dare risultati più significativi nel caso di un artista già “conosciuto”. Consigliereste a gruppo del tutto emergente di utilizzare MusicReleaser? Cosa potreste offrire? Cosa potrebbe raggiungere?
MusicReleaser è un volano, un amplificatore. In questo senso hai perfettamente ragione. Maggiore è l’innesco, migliore è il risultato finale. Ciò non toglie che anche per band emergenti possa essere uno strumento molto utile. Per farti un esempio pratico, una band che può contare su 1.500/2.000 fan (veri) su Facebook, con una Campagna MusicReleaser può incrementare (statisticamente) di diverse centinaia i propri numeri sui Social (ti parlo di fan FB, followers Twitter, iscritti al canale youtube), crearsi una newsletter di 150/200 mail e avere tra le 500 e le 800 persone che condividono su FB la pagina della Campagna (promuovendo la band). Ti parlo di casi di studio reali, di numeri ottenuti sul campo. E’ chiaro poi che anche la qualità della musica proposta è determinante. Non si tratta solo di fare i conti col pallottoliere; sappiamo benissimo che la musica è al centro ed è la qualità che paga, ma se la band è buona, anche con un innesco piccolo, i risultati si vedono.

Usciamo un attimo dal discorso legato alla musica. Siete una startup e vi siete sviluppati con Spinner, ora siete sostenuti da AlmaCube … com’è quindi la condizione di “startup” in Italia? Vi sentite sostenuti o è tutta “fuffa”? Per quanto riguarda la ricerca degli investitori, invece?
Spinner è stato fondamentale per il progetto, così come il fatto di essere dentro ad Almacube. Il discorso da fare sarebbe lungo e complesso, ma in linea di massima mi sento di poter dire che un buono start-up può accedere ad agevolazioni e finanziamenti derivanti da bandi pubblici. il vero problema, ed è un problema macroscopico in Italia, è l’accesso al credito. Le banche se ne fregano degli start-up (e non solo, oramai) e il fatto di avere pochissime risorse a disposizione rende molto difficile sviluppare un prodotto in modo organico e strutturato. Per quanto riguarda gli investitori ci stiamo guardando in giro, con due obiettivi dichiarati: esportare il modello sul piano internazionale ed applicarlo anche ad altre forme di contenuto multimediale (e-book, film etc..).

Hai risposto anche alla mia successiva domanda, ovvero se avevate in mente di “esportare” la vostra idea all’estero. Passiamo quindi all’ultima domanda, forse la più concreta per chi ci legge: quali campagne state seguendo in questo momento?
In questo momento è online la Campagna per lo sblocco della registrazione integrale dell’ultima data del tour di Nicolò Carnesi, con la partecipazione di Brunori, Dente e Oratio. La trovi qui.
Negli ultimi mesi abbiamo poi avuto diverse band indipendenti di valore come i Drink To Me, L’Officina Della Camomilla, i Diverba, gli Area765, gli Underdog, Fadà. Inoltre lanciamo ogni mese una Campagna “Compilation” che raccoglie diverse band, una con ogni brano. Quindi la lista delle band che sono salite a bordo si allunga ulteriormente. Insomma, siamo solo all’inizio, ma ce la stiamo mettendo tutta.

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