Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Zeus! – Opera

2013 - Tannen/Offset/Santeria
noise/experimental

Ascolta

Acquista

Tracklist

1.Lucy In The Sky With King Diamond
2.Sick And Destroy
3.Decomposition N. !!!
4.Set Panzer To Rock
5.Beelzebulb
6.La Morte Young
7.Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya
8.Bach To The Future
9.Erotica
10.Grey Cerebration
11.Blast But Not Liszt

Web

Sito Ufficiale
Facebook

“Irony is a dead scene” dicevano quelli là. E Invece no! Luca Cavina e Paolo Mongardi, incarnazione (ultra)terrena di Zeus! con “Opera” ci dimostrano l’esatto contrario. E mentre lo fanno confermano che invece è vero.

Un controsenso? Forse, o forse l’affermazione che se metti le orecchie sotto una pressa puoi anche farti una risata. In pieno stile da invasione degli ultracorpi, l’asteroide musicale di questo disco sventra la mente, il cervello con taglio a mò di vagina che campeggia sulla copertina è l’avvertimento. Decostruzioni in aperta dissidenza con l’idea di una qualsivoglia appendice musicale, skits di uno show da manicomio che pullula di svalvolati che corrono su e giù per pareti e soffitti, cos’altro ti viene in mente in questo brainstorming impazzito? Entrata a passi di basso felpati che cedono la scena a chiodate schizoidi nell’opener “Lucy in the sky with King Diamond”, anti-prog che sodomizza le concezioni mat(h)ematiche a cavallo di grida figlie (mai nate) del grind 2.0 battezzato dai patrigni cattivi The Locust che si palesano nella figura (losca loschissima) di Justin Pearson (attualmente impegnato in un altra degenerazione del suo linguaggio di musica a mano armata chiamato Retox) sulla successiva bastonata hardcore in levare “Sick And Destroy” che sanguina elettronicismi obliqui che sgorgano dagli stomp golemici della batteria, mica a caso i Nostri escono per la sua Three One G, da sempre dedita a certo terrorismo sonico furioso. Epicosmicità spastiche accompagnano i rigurgiti blackmetallici di “Beelzebulb”, quasi a farti chiedere se gli Emperor avrebbero suonato così dopo una sana dose di LSD, e se di LSD si parla allora è giusto che lo spettro delle composizioni di La Monte Young perda (no, non è un refuso) forma sotto il motore distorto che si palesa nella giusta dedica di “La Morte Young” impreziosita dai tappeti noise di Nicola Ratti, e dove il Maestro lavorava sulle mancanze qui c’è tracotanza di elementi che si incastrano uno sull’altro e formano una sferzata di delirio noise-rock a flusso continuo e contro-minimalismi spietati di basso e batteria. E la velocità da toccata e fuga tagliente e strafatta di distorsori di “Bach to the future” rende gli onori di casa a Johann Sebastian trafiggendone lo spirito nella folle sfuriata grind finale che accompagnano alla degenrazione ultrasonica e psycho-cibernetica di “Grey Celebration” (altrochè “moda facile e veloce”, qui di veloce c’è solo il delirio) che passa da un inizio che fa capo a quei tappeti voodoo cari a nonno Waits per tramutarli in riff ipercinetici che mulinellano attorno al malanno e si schiantano su suoni elettrogenetici provenienti dallo spazio profondo.

Diceva Morton Feldman: “Il rumore non viaggia su questi remoti mari dell’esperienza. Penetra come granito nel granito. E’ fisico, molto eccitante, e quando è organizzato può avere la forza d’urto e la grandiosità di Beethoven.”
E questo gli Zeus! lo sanno molto bene. Ed “Opera” è il risultato di questa consapevolezza.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=1ccqu6Qy0ic[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni