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Autechre – Exai

2013 - Warp
elettronica/sperimentale

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Tracklist

1.FLeure
2.irlite (get 0)
3.prac-f
4.jatevee C
5.T ess xi
6.vekoS
7.Flep
8.tuinorizn
9.bladeloresv 10.1 1 is
11.nodezsh
12.runrepik
13.spl9
14.cloudline
15.deco Loc
16.recks on
17.YJY UX

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Oscuri, enigmatici, audaci. Parliamo di una band, gli Autechre, che da più di vent’anni guarda avanti, destruttura e ricompone in un formato intricato e virtuoso l’elettronica. Di scuderia Warp Records, il duo di Manchester rappresenta una delle maggiori realtà mondiali nel campo dell’elettronico/sperimentale/ambient. All’intessante Oversteps (2010) i nostri fanno seguire un disco altrettanto ben fatto quale il succitato Exai, doppio album di ben 17 tracce e dalla durata complessiva di circa 2 ore. Non fatevi però scoraggiare da questo particolare: benchè questo sia un mondo veloce, pieno certo di bei dischi da quaranta minuti, non è comunque il caso di lasciarsi sfuggire dischi che senza dubbio, nel tempo, promettono di far parlare e discutere gli ascoltatori di ogni genere. Non solo quindi, agli appassionati di certe sonorità, ma voglio sbilanciarmi e consigliare Exai a chiunque si ritenga amante della musica.

Fleure apre il disco e ben rappresenta ciò che dobbiamo aspettarci da questo lavoro: echi ben riconoscibili dell’ Aphex Twin in stile “Rubber Johnny ” – se non altro per l’utilizzo dei beat impazziti. Inserire un pezzo del genere in apertura è una buona mossa, eleva decisamente il ritmo, fino all’ultimo, interlocutorio minuto prima della seconda traccia, chiamata Irlite, una delle tre canzoni che superano i dieci minuti di durata. Non c’è una volontà, appare già chiaro, da parte degli Autechre, di agevolare particolarmente l’ascoltatore, guidarlo passo passo verso i meandri di una musica fuori dagli schemi e non facilmente etichettabile; proprio questo però è lo stile e la proposta musicale dei due musicisti dietro il progetto Autechre -Sean Booth e Rob Brown – non convenzionali fino all’osso.
Un’altra componente essenziale di questo disco, nonchè degli Autechre in generale, sta nella ricercatezza dei suoni: T ess xi ne è un esempio, richiamandosi sia alla melodia che a suoni decisamente “glitch”. Forse il pezzo meno oscuro dell’album.
Proseguendo, Bladelores ci inquieta, è un’altra suite da più di dieci minuti che parte sì a piccoli passi ma pian piano ci avvolge, giocando molto sulle atmosfere più che sui ritmi forsennati, dimostrando che Exai ha una certa duttilità, sfociando in questo caso in territori decisamente ambient.
Paesaggi sonori simili vengono accentuati nella seconda parte del disco, come in Deco Loc e Recks on, forse tra i momenti più coinvolgenti dell’album.
YJY UX è il brano posto alla chiusura e funge davvero da commiato, parte incerto e timido, crescendo lungo gli otto minuti della durata, espandendosi a singhiozzo come una serie di radiazioni sonore che una volta raggiunto il picco, tornano poi ad acquietarsi. E’ evidente che ormai l’ascolto è giunto a termine.

Qui c’è davvero molta carne al fuoco, Exai è un lavoro nel quale il perdersi rappresenta il modo migliore di usufruirne e goderne. Non ci sono appigli nè punti cardinali tramite i quali orientarsi; un mastodontico lavoro reso possibile solo grazie all’esperienza e alla maestria che gli Autechre dimostrano di nuovo di possedere, e che Exai suggella.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_Hlt7Uo9yik[/youtube]

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