I Black Rebel Motorcycle Club non sono più quegli stronzetti che 15 anni fa riportarono il sano rock n roll alla ribalta, ma sicuramente il loro nuovo album Specter at the feast ha qualcosa da dire nel panorama garage rock mondiale. In un solo album riescono ad unire il loro tipico sound blues a melodie più malinconiche, quest’ultime a detta dei ragazzi sono così presenti a causa della perdita improvvisa del loro roadie Michael Been nonché padre di Robert, quindi sono una sorta di omaggio musicale al defunto.
Come è stato detto prima non è solo tristezza quella presente nel lotto: infatti molte canzoni sono caratterizzate dai loro tipici riff grezzi. Un esempio può essere “Teenage Disease”, che unisce un blues in stile Black Keys ad un rock heavy in stile Motorhead, oppure anche il country blues in piena regola di “Hate the Taste”.
I ragazzi ci stupiscono anche con una ballata psichedelica in pieno stile Beatles con Lullaby.
Da far notare inoltre, che il primo singolo estratto è Let the day begin, una cover riuscitissima dei The Call, di cui lo stesso Michael Been era front man. Questo per far capire ancora quanto questo episodio abbia influenzato la composizione dell’album.
Purtroppo non ci sono canzoni che spiccano in maniera particolare e questo rende l’album un po’ monotono: non c’è un singolo che possa spinger in maniera determinante Specter at the feast a risultati notevoli, pur rimanendo comunque un disco apprezzabile per gli amanti del genere.