Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Crimea X – Another

2013 - Hell Yeah Recs
elettronica/ambient

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Essential
2. Floordance Track
3. Haunted Love
4. Dream is Gone
5. Portable Water
6. I Feel Russian
7. YEV
8. A Present
9. Summer Rain

Web

Sito Ufficiale
Facebook

Dal turbinio di innumerevoli produzioni firmate da side project et similia, dopo quasi due anni dall’incisione, affiora Another, secondo lavoro di Crimea X.

Nato dal connubio di Jukka Reverberi (Giardini di Mirò) e Dj Rocca (già Maffia Soundsystem) il duo si riconsegna al pubblico con lo stesso nome dalla grande portata storica, con collaborazioni internazionali e un collante scandinavo che poi si chiama in realtà Bjørn Torske.
Se il mezzo è quello di tirare fuori dall’armadio un po’ di quelle cose che erano state dimenticate negli ultimi anni lo scopo sembra, invece, creare un disco che trasudi un’identità legata a criteri musicali mitteleuropei e che trasmetta la sensazione di esser stato registrato in un’atmosfera italicamente easy.
La prima caratteristica potrebbe sembrare a tanti – purtroppo – un freno per il sound stesso anche se, oggettivamente e con un ascolto accurato, non pare rappresentare un limite.
Si parla di un lavoro che punta i piedi su un terreno battuto in passato e, per questo, portatore sano di pregiudizi legati a canoni verosimilmente considerati superati da una porzione di potenziali astanti.
Il target di ascoltatori risulta di difficile individuazione, non perché in uno scenario negativo l’album non possa piacere, anzi: entrando nel dettaglio, i vari spunti d’influenza risultano così vari da poter virtualmente allargare il pubblico in modo esponenziale in qualsiasi direzione (basta ascoltare I Feel Russian e il singolo Yev per capire subito di cosa stiamo parlando).
Insomma, Another sembra quasi dare l’ispirazione per un trattato che tratti di “chi ascolta cosa”.
In realtà la questione nasce perché i beat da nebulose viola e galassie in sincro, gli anacronismi cosmici da disco (Floordance Track) sconfinano nel sound da new wave britannica della prima ora (Haunted Love), arrivano alla morbidezza lounge, ai synth dagli effetti da scifi fino ad un kraut indeciso su dove stare tra le due sponde del muro di Berlino.

Tutto ciò fa di Another un lavoro peculiare quanto contraddittorio: molto democratico è, allo stesso tempo, benvoluto dai più coraggiosi che decidono di fare coming out, dimenticare i propri preconcetti uscendo dall’armadio insieme agli accordi di tastiera che tanto piacevano 20 anni fa.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=GwUgvCqe2FQ[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni