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Intervista ai MINISTRI

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Nell’ultimo album, rispetto agli scorsi, ho notato una variazione dei temi che son passati dalla politica/critica della società ad un aspetto un po’ più legato alla persona, magari anche al sentimento di questa. Da cosa è scaturito questo cambiamento?
Per me è sempre stato così dall’inizio, in realtà. Penso semplicemente che quando una band tipo la nostra incomincia, viene subito intercettata prima la parte che sembra riguardare di più il mondo fuori. Perché al tempo che siamo usciti era qualcosa che ci distingueva dagli altri, che erano un po’ di più ripiegati su sé stessi. In realtà c’era già anche tutta quell’altra parte lì. Quando ci hanno cominciato ad associare a quelli che pestavano, ecco qua che si è notato il fatto che invece scrivo di tutto.
Diciamo che nell’ultimo album, rispetto ad altre cose che abbiamo fatto, ce ne è fregato ancora meno di farci dei problemi su quello di cui stiamo parlando. Per esempio, siamo arrivati ad una sicurezza, una convinzione, anche ad un’età da poter tranquillamente usare la parola “amore” senza vergognarsi.

Anche la musica è una questione politica per voi?
No. Assolutamente no. La musica per noi è stata l’idea migliore per passare la vita e per dire le cose che avevamo da dire. Probabilmente anche il modo più divertente che avevamo per dirle. Per il resto non so, la politica è una parte della vita; forse scissa, forse no. Necessaria ma scomoda, ecco. Però aldilà di questo è una parte dell’esistenza, anche molto transitoria, secondo noi. Pensiamo che sia la musica, sia l’esistenza, siano molto più vasti della politica, almeno intesa come argomento.
Il problema è che oggi è già difficile trovare qualcuno che reputi la politica come parte della propria vita, quindi poi se tu fai qualcosa che si occupa di un aspetto della tua vita, come facciamo noi, automaticamente per te diventa un argomento importante. Il fatto è che la politica è una cosa importante, che poi non venga trattata da qualcuno perché sembra un argomento scomodo o che può non far parte d’interessi, quando in realtà fa parte proprio della vita, è un problema.
Riassumendo, se la politica deve essere interessarsi ai movimenti dei partiti o a quello che succede sulle prime pagine è chiaramente un argomento futile, se invece la politica è interessarsi degli altri e del rapporto con questi, allora sì, parliamo di politica. Però son due cose nettamente diverse, la politica intesa come questa e la politica in Italia. Alla politica in Italia preferiamo il calcio, ormai.

Ho letto in giro che vi siete trovati bene a lavorare con Colliva perché è una persona che stimate, ci sono degli aspetti in particolare che caratterizzano voi e lui e che hanno aiutato la produzione di questo album?
Tommaso è sicuramente un amico, oltre che una persona che stimiamo. Ci serviva un deus ex machina che mettesse a posto tutto il materiale che c’era già. Ci serviva uno che facesse quasi più il fonico che il produttore, che desse un equilibrio a quello che avevamo in testa. Quindi lavorare con lui è stato facile, ha fatto quasi lo schiavo.

Se non sbaglio, quello di Spingere, è stato il terzo video realizzato in collaborazione con Sterven Jonger. Jonger è uno che conta molto sull’impatto visuale, anche violento a volte. Questo perché contate molto sulla veste visuale che la canzone può prendere tramite il video?
Anche questa collaborazione deriva da un’amicizia. Lui è una persona che crede molto nella possibilità di fare delle cose diverse. L’opinione che abbiamo dei videoclip musicali attuali è bassissima, li troviamo evitabili, quasi sempre. Invece, riteniamo che le cose che abbiamo fatto con loro abbiano quantomeno un senso, che abbiano aggiunto qualcosa al pezzo, che abbiano aiutato la lettura di quest’ultimo. Più che una scelta, è stato proprio un sentire comune sul modo di fare le cose.

Le giacche. Che tipo di veste vi danno e perché le avete scelte.
Sono sostanzialmente un modo per staccare dalla normalità di noi subito prima, per giustificare il passaggio da noi gente tranquilla e cazzona a Ministri. Certo non sono la cosa più comoda del mondo -fanno morire di caldo!- ma ci serviva una chiave di volta che caratterizzasse quello che siamo, che non fosse il solo fatto di stare sul palco e suonare.

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Foto del concerto dei Ministri a Teramo, 18 maggio 2013

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