Un album basato fondamentalmente su due cose: la voce e la chitarra. Entrambe innegabilmente eclettiche, capaci di svincolarsi tra situazioni molto diverse, ed entrambe decise, precise, accurate, espressive.
Un grande lavoro sta dietro a questi due elementi, quello di Fabio De Matteis, che sembra essere stato ricompensato con un album diretto e capace di far rivivere, a tratti, i ricordi troppo lontani di un cantautorato italiano che a volte si trascura.
Un disco che corre via senza troppa fretta, in grado di farsi apprezzare per i temi trattati, molto più personali e comuni di quanto ci si aspetterebbe. Un buon lavoro dal punto di vista prettamente sonoro, con musiche, voce e arrangiamenti di livello davvero alto.
Un’unica, doverosa, puntualizzazione è sul livello dei testi: se sì per buona parte dei dieci pezzi hanno qualcosa da dire, qualcosa di vero, ci sono a volte non troppo velate tracce di parole scontate. Ci sono casi in cui si è probabilmente scesi talmente nel quotidiano, in un verosimile vivere della persona comune, che l’originalità del testo ne ha risentito, dando l’impressione che si sia andato a pescare in miniere nelle quali si è già per anni scavato.
Un piccolo neo che rallenta ma non interrompe la corsa dell’autore verso l’Olimpo dei grandi cantautori, quel posto dove ogni cosa è poesia e tutte le frasi risuonano all’orecchio come tanto nuove quanto ovvie (solo che, per pensarci, serviva una mente impossibile); i mezzi ci sono tutti, lasciamo Io Non Mi Fido Di Questo Mare coscienziosi che il futuro può meritare sorprese più rosee da parte di questo cantautore pugliese.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2HNkJeoQnMI[/youtube]