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The Stargazer’s Assistant – Mirrors & Tides, Shiver & Voids

2013 - Utech Records
avantgarde

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Tracklist

1.Coral Butterfly
2.Mirrors & Tides
3.Secret Kingdom of the Swift 4.Night Soil
5.Shivers & Voids
6.The Dream Kingdom

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Punto primo: David J.Smith è il batterista e co-fondatore dei Guapo. E, chi di voi conosce questo concentrato di anomalie sonore che ha attirato l’attenzione prima della Ipecac di Mike Patton e in seguito la Neurot di Steve Von Till e tribù neurotica annessa, magari si può fare un’idea del personaggio in questione, ma non del contenuto della sua creazione solitaria chiamata The Stargazer’s Assistant.

Non in opposizione al suo progetto avant-rock, ma una visione da una posizione differente del linguaggio musicale in questione. “Mirrors & Tides, Shiver & Voids” si presenta come l’unione di due EP, uno del 2008 e uno nuovo nuovo, ed è una tacca in più sul mistico muro dell’avanguardia. In un momento musicalstorico come questo siamo e facciamo tutti post-qualcosa è raro trovare il progetto che spicca per un contenuto che non cincischia troppo col clichè o con la scusa del suffisso più usato di questi tempi. E il dischetto in questione possiamo dire essere uno di questi. Nessuna novità ma un modo di assemblare le caratteristiche emotive di questo “genere” in totale botta evocativa. Le progressioni lasciano spazio invece all’orizzontale scorrere del sentimento e del colore della musica. L’uso del timbro in maniera armonica a tal punto da portare in ascensione mentale non salendo altro che di dinamica. Il segno si sposta dagli spasmodici intrecci percussivi (tra le altre cose Smith ha avuto modo di utilizzare la collezione di percussioni del jazzista finlandese Edward Vesala) che si fondono a synth di provenienza cosmica sulla misticheggiante “Secret Kingdom Of The Swift” ai terreni drone della lunghissima e straziante “Coral Butterfly”, un field elettrico punteggiato dal gong che si nasconde nei meandri di una foresta immaginifica che si palesa dietro ai nostri occhi grazie all’uso incredibilmente cinematico che fa Smith della musica. Molto più industrial invece l’approccio delle percussioni e delle chitarre nella spettrale “Night Soil”, un incubo che ribolle sotterraneo imperniato su un tetro arpeggio e coi synth che detonano letteralmente sulle percussioni. “Shiver & Voids” è invece una sorta di canto tribale in cui voce e synth si intrecciano fino a formare un rituale desertico che si squaglia sul finale nelle note di un piano preparato.

Evocazioni cinematiche e ipnotiche, a questo v’introdurrà l’Assistente dell’Astronomo David J.Smith e se fare incubi non vi spaventa accomodatevi.

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