Un EP, in uscita il 20 settembre (anche in free download), quattro pezzi che bastano per capire i Le Gros Ballon. Non hanno nemmeno bisogno di parlare per spiegarsi bene, basta prestare un poco d’orecchio.
E allora c’è da lasciarsi andare per seguire Hey!, il primo pezzo, che è felice, spensierato. Poi ci sarà da tornare sui propri passi, da farsi più cupi se serve, malinconici all’occasione, un po’ nostalgici o capaci di essere liberi per far viaggiare la mente in quei posti là, dove da sola non arriva.
Bisogna essere elastici, come lo sono loro, che sono in due e suonano non si sa bene quali strumenti. Sembra si divertano a toccare semplicemente qualsiasi cosa possa emettere un rumore adatto all’occasione; lo fanno sempre con la perizia che spetta a chi si inventa musica e si dimostrano in grado non solo di variare, ma di farlo in modi ben inaspettati e talmente armoniosi da ridurci a pensare che magari davvero tutto può suonare bene, se si sa come toccarlo.
Concisi senza bisogno di dire nient’altro, splendidi se li si sa accettare e cercare, mutevoli come i rumori del mondo.
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