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Puscifer – All Re-Mixed Up

2013 - Puscifer Entertainment
industrial/rock/elettronica

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Tracklist

1. Monster deconstruct (Mat Mitchell remix)
2. The green valley (Stolen babies remix)
3. Monsoon (Jle Motorik remix)
4. Telling Ghosts (Giorgia Oqueef remix)
5. Horizons (John Fryer remix)
6. Man overboard (Alain Johannes remix)
7. Toma (Five knives remix)
8. The Rapture (John Eustis remix)
9. Conditions of my parole (Sir Mix a lot remix)
10. The weaver (Aaron Harris remix)
11. Oceans (Zac Rea Green mussel remix)
12. Tumblewees (The beta machine remix)

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Fondamentalmente nessuna novità dai Puscifer. Il progetto parallelo di Maynard James Keenan, cantante dei Tool, prende una strada facile facile per tenere alta l’attenzione di certi ambienti della musica prog-rock. Il lavoro compiuto con All re-mixed up porta dritto all’incrocio diverse strade che si muovono attorno alla musica sperimentale.

L’extended-play racchiude i dodici brani, che compongono il secondo lavoro della band, Conditions of my parole, affidati per il re-missaggio a diverse personalità dell’ambiente della musica elettronica. Il lavoro si muove su un territorio piuttosto ondulato e, quasi equamente, diviso tra brani che attirano l’attenzione e brani che, anche se ottimamente missati, non riescono a concedere nulla di più di quanto era stato fatto sul lavoro originale. Per puntare gli occhi sulle singole produzioni dobbiamo, innanzitutto, muovere gli occhi sui nomi degli artisti che hanno contribuito a costruire questo album di remix. Il primo che possiamo menzionare è quello di John Fryer (This mortal coil), con il remix di Horizon. Nome assai conosciuto, soprattutto per i validi lavori di composizioni per un capolavoro del cinema come Seven e per un altro capolavoro, questa volta dell’universo dei videogames, come Mortal Kombat, e per aver contribuito alla produzione di lavori dei Nine inch nails e della band industrial italiana, Dope Stars Inc.. Il brano è una felice intuizione di Fryer, che “abbassa” il volume della strumentazione concedendo (seppur in maniera piuttosto ridondante), giustamente, ampio spazio alla voce di Keenan. Un secondo appunto va fatto sul brano Man overboard, per il quale è stato chiamato nientemeno che Alain Johannes che tutti noi ricordiamo per aver collaborato con diverse personalità del mondo dell’alternative come Mark Lanegan, i Queens of the stone age, gli Arctic Monkeys e la compianta Natasha Shneider. Nel suo episodio sono soprattutto i cori a farla da padroni con la base ampia guidata da solidi synth. Ma senza ombra di dubbio, il lavoro che più desta interesse è quello che i semisconosciuti Five Knives compiono sul brano Toma e grazie al quale si può tornare ad apprezzare una composizione pregevole già nella sua veste originale e che, in questo caso, guadagna qualche punto in più in energia. Sarebbe stata una bellissima gara tra quest’ultimo brano e la successiva The Rapture se nella manipolazione delle linee vocali, John Eustis, non avesse preso la sciagurata decisione di infilare un po’ troppo autotune nelle trame. In opposizione a composizioni di tale elevata qualità vanno menzionati episodi piuttosto anonimi come Monsoons, da parte di Jle Motorik e la successiva Telling ghosts di Giorgia Oqueef che, tuttavia, non ridimensionano un ottimo lavoro che non va assolutamente comparato con l’originale, ma che va semplicemente posto sotto altra luce e dentro ambiti relativamente diversi. Menzione speciale per il brano The weaver, con un ottimo Aaron Harris (Isis, Palms) che, a dispetto di un passato un po’ incerto in missaggi e produzioni, ottimamente si destreggia nel rimaneggiare la traccia.

Con All re-mixed up vi ritroverete ad ascoltare i Puscifer da dentro un relé ciclico che si accende e si spegne ad intermittenza, non per via di qualche guasto sulla linea, ma per via di continui cali e aumenti di tensione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=smk2TYCXUDw[/youtube]

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