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Interviste

[Esclusiva Video]: MOSCA NELLA PALUDE – Beastie Toys

Vi presentiamo in anteprima “Beastie Toys”, nuovo video dei Mosca Nella Palude, brano estratto dall’ultimo album “Ultrafuck” (clicca qui per la nostra recensione).
Ve lo spieghiamo con una piccola e tagliente intervista alla band.
A cura di Gianmaria Tononi.

Si legge alla fine del video “based on a true story”. Si sta parlando del cantare in spiaggia con la radio in spalla, del girare vestiti con tutine colorate… ci sono molte storie in questo video, di cosa si sta parlando?
Stiamo parlando di evasione da certi canoni nostrani.
Avevamo un obiettivo chiaro: chi avesse visto il video, doveva cedere ad un’irresistibile seconda visione; potevamo ottenere lo scopo con un’enclave di superfighe a bordo piscina e questa sceneggiatura forniva una buona e più economica chance.
La verità è che in genere due sole cose sanno fare gli italiani con i video: languidissime scene nichilistiche specie il tipo/la tipa che si risveglia alla mattina mentre fuori piove, e scene in spiaggia/bosco, strumenti alla mano, come se l’alimentazione la dessero infilando il jack nel culo di uno scoiattolo. E così, l’intera nostra sceneggiatura (che comprendeva altre 4-5 situazioni che per ovvie ragioni di spazio, abbiam dovuto accantonare) ha obbedito all’esigenza fondamentale di non lasciar fiato, di tener incollati allo schermo senza tregua, e divertendo.
Quella era la nostra urgenza: non fracassare i testicoli mantendo un profilo in termini di produzione, il più alto possibile.

Il video è pieno zeppo di citazioni alla cultura diciamo popolare, il che è bellissimo: come v’è venuto in mente? Quante citazioni ci sono “nascoste” esattamente?
Molte! Ti amo! Spero ti abbian fatto sorridere. Si, ci sono citazioni cinematografiche disseminate ovunque, di film per i quali noi tutti proviamo sincera venerazione: dall’intro alla Marty Mc Fly, con “Mr Sandman” (Ritorno al futuro, 1985), a “The Snatch” (Guy Ritchie è amore comune nella band) con la scena di pugno pazzo, continuando con la scena di “Zed” (Pulp Fiction); in coda alla canzone Caruso e la risata del Joker di Jack Nicholson, non potevano a questo punto, mancare.

moscahome

Il pezzo è abbastanza al di fuori del vostro stile, come mai questa solitaria svolta hip hop? Nel video sembrate molto a vostro agio comunque, magari dovreste reinventarvi una carriera!
Ci siamo solo divertiti a scimmiottare un po’ quell’approccio, sia nella canzone – quindi in fase compositiva – che nell’approccio recitativo del video.
La verità è che il nostro batterista (un super professionista con palle quadre attualmente però, in tour europeo con la sua band post-rock June Miller) è un gangsta/nigga/drumma in astinenza da sound hiphopparo per il troppo post-rock; la canzone è stata anche una concessione della band, alle sue esigenze inevase di ‘muffia’.

Ho visto i titoli di coda e conseguentemente i ringraziamenti e conseguentemente quelli rivolti a mia madre (non lei in particolare, sapete), ma lei dice di non conoscervi. Credete stia mentendo?
È sempre stata una ragazza timida, credo si vergogni e basta. Un po’ come la vecchietta le cui immagini nel video sono state acquisite ovviamente, senza consenso, se si dovesse rivedere.
C’è solo un modo per sapere se mamma mente: io ho occhi chiari, sono castano e una leggera fossetta nel mento (carattere ereditario dominante): se anche tu hai tutto questo, comincia pure a chiamarmi papà, figliolo.

La musica che parte mentre il protagonista picchia sulla televisione è geniale, molto hip hop, splendida. Non è nemmeno una domanda eh, solo una constatazione, però qualcosa potete dirlo comunque, per concludere. Qualsiasi cosa.

Ci siamo divertiti abbestia nel girare queste quattro stronzate, ma lasciami togliere un sassolino dalla scarpa.
Odio la scena italiana: tranne eccezioni così rare da sembrare quasi incidentali.
Il folk e l’indie, da accettabile fenomeno ‘particolare’ in una scena ben più eterogenea, sono divenuti il cancro musicale del nostro paese; con metastasi sparse ovunque.
La chemioterapia?
Beh, immagina di prendere un’autostrada, la A(nni)90, poi esci e imbocchi una mulattiera piena di buche, pensi di uscirne da un momento all’altro, e invece buchi la gomma della macchina, entri in un fittissimo bosco, ed è per giunta il tramonto; cominci a sentire gli ululati: getti il navigatore, non ti servirà: cominci a correre, e speri che i cannibali non ti sbranino il culo.
Noi siamo i cannibali.
Questa è la nostra musica, questo è il nostro video.

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