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Tim Hecker – Virgins

2013 - Kranky
elettronica/noise/drone

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Tracklist

1. Prism
2. Virginal I
3. Radiance
4. Live Room
5. Live Room Out
6. Virginal II
7. Black Refraction
8. Incense at Abu Ghraib
9. Amps, Drugs, Harmonium
10. Stigmata I
11. Stigmata II
12. Stab Variation

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Perché Tim Hecker dividesse il palco con i Godspeed You! Black Emperor e i solchi di un disco con il mastro del drone Aidan Baker non è difficile da capire. Le sue composizioni rarefatte e al contempo claustrofobiche parlano chiaro. Come parla chiaro anche il nuovo LP “Virgins”.

Una struttura emotiva fuori da ogni schema compone l’ossatura di questo lavoro e ci dona una visione in dinamismo puro di un’elettronica che si sprigiona dai recessi più introversi dell’animo dell’artista canadese. Come fosse una lunga suite liturgica “Virgins” si snoda su piani del rumore lucenti, i piani preparati, come fossero clavicembali alieni, di “Virginal” e “Virginal II”, spezzati da archi viscerali e synth s’incontrano con le percussioni noise e demolitrici di “Live Room”. L’onda contemplativa da giardino zen di “Live Room Out” è pura contemplazione del silenzio tramite i suoi fiati, che tornano nella storta concezione di cut/paste di “Amps, Drugs, Harmonium”. Per quanto possano capire le mie orecchie il vero gioiello del disco è “Black Refraction” che sotto un’armonia di pianoforte delicata e toccante nasconde macchinari rumoristici in piena attività asincronica che sul finale prendono il sopravvento spezzando melodia e tempo in tagli obliqui. A far coppia di bellezza con il brano succitato è “Stab Variation”, gioiello glitch-noise dalle prepotenti pulsazioni cibernetiche sepolte da archi affilati e splendenti.

Il canto del corpo elettrico di un pellegrino meccanico sotto una volta di droni di cristallo.

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