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Interviste

Intervista ai TOWN OF SAINTS

Foto gemaakt door Ruben van Vliet Fotografie ( www.rubenvanvliet.nl )

Abbiamo intervistato i Town of Saints, band indie-folk che ha da poco pubblicato l’album “Something to Fight With” (che abbiamo anche recensito qui) Instancabili e -quasi- perennemente in tour, i tre giovani musicisti nord europei (al momento nel nostro paese per il loro secondo tour in terre italiche) sono contagiosamente allegri e non hanno bisogno di nessun aiuto oltre alla chitarra, il violino e la batteria. Senza troppe formalità, ci hanno parlato del loro percorso artistico, del disco, di approccio col pubblico e di mozzarelle notturne in caseifici pugliesi.

Appartenete a una nuova e forte generazione di band indie-folk ma, ascoltando il vostro lavoro, possiamo sentire come abbiate preferito mantenerlo semplice. È come se non voleste seguire il modo di fare musica folk nel modo più conosciuto al momento (come recentemente hanno fatto decine di band sovra-prodotte) cercando di preservare delle “radici originali”.
È un’impressione corretta?

Credo sia un bel modo di vedere la questione. Siamo una live band vera, abbiamo già fatto tanti concerti. Volevamo catturare la sensazione del live all’interno dell’album. Siamo solo in tre e non volevamo una produzione troppo grande ed elaborata: abbiamo tentato di tenerci molto vicini alla nostra identità. Ovviamente abbiamo aggiunto il basso, qualche parte addizionale di chitarra ma è sempre tutto piuttosto grezzo. Credo anche io che diverse band popfolk siano sovraprodotte, e un po’ “furbe”. Noi avevamo l’intenzione di lasciare il tutto un po’ più affilato, lasciando fuori i suoni troppo levigati.

Parliamo della scelta del duo (e ora, un trio) in questo tipo di carriera che avete costruito in stile old school/on the road. Secondo me è un po’ come parlare dell’analogico VS il digitale: con una formazione più concentrata, la riproducibilità del sound in un contesto live è perfetta. Intendo dire che non c’è nessun trucco e il pubblico lo adora. E un album che sembra una raccolta di inni aiuta! Quanto è importante questo tipo di approccio nella vostra musica? È connesso al vostro passato da artisti di strada?
Quando abbiamo iniziato per le strade, abbiamo imparato che bisognava fare del nostro meglio per raggiungere il pubblico. Devi convincerli con buone canzoni, una buona attitudine accessibile a tutti e la giusta energia. Non necessariamente in modo commerciale, per fargli acquistare il più possibile, ma per farli sentire parte della band e parte della musica. Lungo la via, abbiamo sempre avuto questo motto. Vogliamo che il pubblico apprezzi la nostra musica ma, anche, che sia parte della stessa e che, una volta tornato a casa, abbia la sensazione di avere qualcosa in più rispetto a prima: potrebbe essere la sensazione di “comunità”, o di speranza o, forse, anche di realizzazione artistica.
È divertente come tu abbia menzionato il fatto che non c’è nessun trucco. Credo sia molto, molto importante. Qualsiasi cosa stiamo facendo, indipendentemente da quanto epico o edificante possa essere, non potrà mai diventare un “trucco” continuamente ripetibile. Deve provenire direttamente dl cuore o, altrimenti, non significherebbe nulla per noi e non potremmo esprimere la stessa performance ogni volta.

Lasciandoci alle spalle le mie idee personali sull’album, volete dirci cosa significa per voi “Something to Fight With”? Cosa vi ha portati a questo punto e come avete lavorato alla realizzazione dell’lp?
Credo questo sia un vero cd “di formazione”, di raggiungimento della maturità. Tratta un po’ delle difficoltà di avere 20 anni inoltrati e del tentare di trovare un significato a questa vita. Tratta anche di come vedo il mondo attorno a me cambiare, nel bene e nel male. E la maggior parte di ciò è una sorta di diario su come mi sentivo in quell’anno circa in cui ho scritto tutte le canzoni. L’album è diventato davvero una sorta di “testamento” di un certo periodo che la band e tutta la gente a cui vogliamo bene ha vissuto. Dopo aver finito tutte le canzoni, abbiamo iniziato il processo di registrazione e distribuzione insieme a gente che conoscevamo già e con cui avevamo già lavorato. Un sacco di cose che ci sono successe nei due anni passati si sono unite, e tutto ciò è quel che rende questo album così speciale per noi.

State per iniziare un altro tour piuttosto lungo. Per voi è quasi come tornare a casa! Parlando della vostra passata esperienza in questo paese, fino ad ora quali sono i ricordi migliori o le storie divertenti dello scorso tour in Italia? Cosa vi aspettate stavolta?

Probabilmente sarà un po’ come tornare a casa. Non vedo l’ora di visitare di nuovo qualche posto. Non visiteremo la Sicilia, questa volta. Ma staremo un po’ di più al nord e sono impaziente di vedere di più quelle bellissime campagne. Il tempo non sarà soleggiato come l’altra volta, in ottobre, ma è probabilmente molto più caldo che in Finlandia, dove siamo in tour al momento.
Una delle migliori cose successe lo scorso anno, accadde suonando a Gioia del Colle, sulla costa adriatica. Abbiamo ricevuto il miglior benvenuto in assoluto, con bottiglie di vino della casa. Abbiamo fatto un concerto fantastico e poi, nel bel mezzo della notte, ci hanno portati al caseificio locale di mozzarella, dove abbiamo assaggiato formaggi eccezionali. Dopo di ciò, la notte è continuata ancora. E ci siamo fatti degli amici lì, che non dimenticherò mai. Se tutto va bene ci vedremo di nuovo durante questo tour.
Lo scorso anno eravamo un duo, e ora stiamo portando il nostro batterista. Mi aspetto che ci sia più rock. Non vediamo l’ora di festeggiare, mangiare del magnifico cibo italiano e bere di nuovo il vino migliore!

Siete pieni di esperienze… l’aver viaggiato per tutta l’Europa aiuta tanto! Ma siete anche piuttosto giovani. Diteci un po’ dei vostri progetti futuri, obiettivi, sogni.
Al momento ci stiamo concentrando molto sui Town of Saints, specialmente su questo disco. Il prossimo anno forse ci prenderemo una pausa per vedere dove vogliamo portare questo progetto. Abbiamo già qualche idea per un nuovo album, ma si metteranno in ordine da qualche parte nell’anno venturo, ne sono certo. Stiamo anche programmando di girare un po’ e avere altri progetti con nostri amici, come stiamo già facendo adesso. Ci sono un bel po’ di piani di questo tipo, in realizzazione. Vi terremo aggiornati!

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