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Ulver – Messe I.X-VI.X

2013 - Kscope
classica/contemporanea

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Tracklist

1. As Syrian Pour, In Lebanon Grapples With Ghosts Of A Bloody Pasts
2. Shri Schneider
3. Glamour Box (Ostinati)
4. Son Of A Man
5. Noche Oscura Del Alma
6. Mother Of Mercy

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Progetto ambizioso questo “Messe I.X-VI.X”, commissionato al gruppo di Oslo dal Tromsø Kulturhus in collaborazione con la Arctic Opera And Philharmonic Orchestra, che ha il difficile compito di unire elettronica e musica classica.

Grazie al contributo del direttore d’orchestra Martin Romberg (che ne ha curato anche gli arrangiamenti orchestrali) i Lupi costruiscono un’ opera in sei movimenti che amplia e rifinisce molte delle intuizioni che ritroviamo sparse in tutta la loro discografia più recente, aggiungendo spunti e influenze da compositori classici come Górecki e Mahler, vere e proprie ossessioni per Garm e soci.
Ne sono un perfetto esempio l’iniziale “As Syrians Pour In, Lebanon Grapples With Ghosts Of A Bloody Past”, suite completamente orchestrale di quasi dodici minuti caratterizzata da un crescendo di rara e malinconica bellezza e “Glamour Box (Ostinati)”, meraviglioso esperimento di unione tra elettronica glitch e atmosfere da colonna sonora Zimmeriana.
Se “Shri Schneider” si assesta sui binari ipnotici del kraut-rock più elettronico sporcato da arrangiamenti di archi che paiono collassare da un momento all’altro, “Noche Oscura Del Alma” disegna atmosfere dark-ambient lugubri e sinistre che sfociano in un trip-hop scurissimo.
Le due tracce restanti rappresentano invece le uniche in cui Garm presta la sua voce a questo progetto.
Son Of Man”, a metà tra gli Ulver di “Shadows Of The Sun” e dei più sperimentali “Svidd Neger” e Quick Fix Of Melancholy”, è una tragica preghiera caratterizzata da un crescendo emozionante e devastante, mentre la conclusiva “Mother Of Mercy” richiama nella prima metà certi neoclassicismi dell’ultimo “War Of Roses” per poi collassare in un amalgama soffuso di archi e dissonanze di ligetiana memoria.
Oltre a mostrarceli come una delle band più camaleontiche dell’intero panorama mondiale, capaci di cambiare pelle ad ogni uscita pur senza mai perdere la loro identità, questo “Messe I.X-VI.X” si piazza di diritto come una delle vette più alte di questo 2013 in campo sperimentale.
Per chi come me ha avuto la fortuna di assistere alla riproposizione dal vivo al Teatro Regio di Parma questo lavoro assume ancor di più un significato speciale, ma questa è un’altra storia.

Silence please.

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