Arturo è un ragazzino nato a Palermo e da sempre innamorato di Flora, sua compagna di classe fin dalle elementari. Oltre a Flora Arturo ha anche due passioni: la scrittura, verso la quale sarà indirizzato dal suo vicino di casa Francesco, giornalista di cronaca sportiva; e Giulio Andreotti. Mentre cresce nella sua Palermo Arturo s’imbatte regolarmente in stragi di mafia perpetrate nel nome di Salvatore Riina.
Un po’ “Il Testimone” e ancora un po’ ‘Iena’. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, scrive dirige e interpreta una pellicola che rappresenta una sapiente via di mezzo fra il documentario, la commedia e il dramma: nel primo trova spazio la sua voce narrante, che accompagna tutte le escursioni televisive dell’ex Iena; del secondo l’amore incondizionato per una bambina con il viso adulto di Cristiana Capotondi, corteggiata travestendosi da Andreotti, alle feste di carnevale della parrocchia e seguendo le teoriche indicazioni e consigli che l’ex senatore a vita spedisce velatamente al giovane Arturo. Del terzo il dramma di tante vite spezzate da un Totò Riina che per quanto spietato è rappresentato con un fare canzonatorio e comico.
La pellicola rappresenta un inno di amore del regista nei confronti della sua città, attraversata da sempre, con particolare riferimento agli anni ’70 e ’80, con una deriva nei primi ’90, con la strage di Capaci dove perse la vita il giudice Giovanni Falcone, da stragi e accordi mafiosi. Un inno di amore e di speranza per le generazioni future, una pellicola che fa ridere, sorridere e riflettere molto. Una bella opera prima da mostrare per non dimenticare.
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