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M’Importa ‘Na Sega #6: WES MONTGOMERY – Bumpin’ On Sunset

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È giovedì ma io no. L’unica rubrica derubricata in partenza nasce in un giorno di neve fitta sull’appennino e di pioggia stronza dentro casa mia.
Per interrompere il conato di bestemmie in corso ho pensato di aver bisogno di fare una cosa bella e inutile.
Come questa, ossia raccontare attraverso particolari storie (quanto più possibile non troppo note) di musicisti, dischi, canzoni e concerti, prestando ad essi ulteriori spunti a tema, equivoci maldestri e ricami personali con pretesa assoluta di incompletezza e strettamente ove impossibile e fuorviante, come fosse antani.

M’Importa ‘Na Sega #6: Wes Montgomery, Bumpin’ On Sunset e altre storie

“Divergevano due strade in un bosco, ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui tutta la differenza è venuta”
Robert Frost

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Si dice che spesso i grandi geni e gli artisti senza tempo siano figli di situazioni e scelte in cui si è preferito rischiare qualcosa invece che compiere l’azione più pratica e  ragionevole.
In musica, il caso più celebre è forse quello di Django Reinhardt, che invece che arrendersi alle conseguenze di un incendio che divorò la sua roulotte e gli causò una menomazione alla mano sinistra che sarebbe stata ritenuta invalidante al proseguio dell’attività musicale da qualsiasi persona (l’anulare e il mignolo furono saldati insieme dalla cicatrizzazione) ma non da lui, inventò quel jazz manouche che fece storia e che lo rese una leggenda assoluta.

Una storia meno nota ma altrettanto genuina è quella di Wes Montgomery, che quando mise le mani (anzi il suo pollice) sulla sua prima chitarra semiacustica, rivoluzionò per sempre la chitarra jazz. La leggenda vuole che l’allora musicista part time Wes potesse suonare la chitarra solo al rientro dal suo lavoro di operaio. Purtroppo l’orario residuo a disposizione era quello notturno, il più sbagliato per riuscire a suonare senza incorrere nelle lamentele del vicinato. Wes, per poter contemporaneamente migliorarsi alla sei corde e avere buoni rapporti con tutti, si sbarazzò del plettro e imparò a suonare la chitarra utilizzando solo il pollice della mano destra e sviluppando così una completa padronanza e un tocco ammaliante, felpato e, appunto, notturno.
Ecco in una canzone tutto Wes Montgomery e, come è possibile immaginare, in musica, un Humphrey Bogart stanco, solo ed inquieto che percorre lentamente una strada secondaria della West Coast, alla ricerca di una risposta all’ennesimo enigma della notte o alla propria spontanea irrequietezza.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=dqn3PF_DcSg[/youtube]

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