Gli Afterhours salgono sul palco con il sottofondo delle urla del pubblico del Demodè di Bari.
Di buio ce n’è tanto…ma tu “Hai paura del buio?”
Noi no, il silenzio è rotto dal sold out del locale . Parte 1.9.9.6. e si percepisce nitidamente che siamo all’inizio di un grande spettacolo.
Il buio è svanito, al suo posto le luci del Demodè e il sudore della gente che si dimena e canta il simbolo di una generazione.
La formazione non è la stessa, ma tutto riporta indietro a quasi 20 anni fa.
La grinta è la stessa, così come l’amore per quello che fanno: Male di miele scuote tutti, così come Rapace. È il momento di Pelle, gli occhi si chiudono o si alzano al cielo, gli abbracci si sprecano…
Dea, Senza finestra e Simbiosi scorrono lisce lasciando lo spazio a Voglio una pelle splendida che, puntualmente, continua a dire la sua La gente vocifera che è sicuramente il miglior disco degli After, la verità è che è un disco che ci ha profondamente segnati e cambiati…tutti.
Il sold-out inizia a farsi sentire, il caldo aumenta e non si riesce a respirare, ma questo non ferma il pubblico intento a ballare e a cantare tutte le canzoni.
Il colpo di grazia arriva con Lasciami leccare l’adrenalina: il pogo diventa spietato e ci riporta indietro nel tempo, ancora una volta. Si continua con Punto G, Veleno, Questo pazzo pazzo mondo di tasse, Musicista contabile e Sui giovani d’oggi ci scatarro su.
Gli Afterhours lasciano il palco ma è troppo presto per mettere la parola fine a questo live. Sul palco ci tornano ma vestiti da bimbe e ci suonano Germi, Siete proprio dei pulcini e Plastilina. Riescono ancora una volta: è il turno di Spreca una vita e Costruire per distruggere, Io so chi sono e Padania. Chiudono con Televisione.
Sudati e stanchi lasciamo la sala: ora ci vuole una birra.