A Londra, la notte di capodanno, quattro persone s’incontrano casualmente sulla sommità della Fleet Tower; tutte e quattro desiderano suicidarsi gettandosi nel vuoto ma preferiscono fermarsi e cercare di vedere se entro San Valentino qualche cosa per ognuno di loro potrà cambiare.
Il libro di Nick Hornby si tramuta nelle mani del regista d’oltralpe Pascal Chaumeil, alla sua terza pellicola in cabina di regia dopo Il truffa cuori e Un piano perfetto, in un imberbe film dal valore artistico abbastanza esiguo. A farne le spese un gruppo di attori capeggiato da Pierce Brosnan e Aaron Paul, che paiono rispettivamente usciti dall’ultima pellicola di ‘007’ e da un episodio di Breaking Bad; e da Toni Colette, la sola del gruppo capace di offrire una prestazione all’altezza della sua fama. Nel mezzo la pochezza di una sceneggiatura che non riesce a catturare lo stesso livello d’ interesse che era stato capace di smuovere lo scrittore Londinese.
Il risultato finale una via di mezzo fra una commedia mascherata da tragedia dove a farne le spese sono gli spettatori che si auguravano di ritrovarsi di fronte un nuovo About a Boy o un’altra Febbre a 90°
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