Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Vivere Stanca – Progetto Panico

2014 - Tirreno Dischi / Superdoggy
punk/alternative

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. E allora godi
2. Luigi
3. Frankie Monocchio
4. Anni ’90
5. Assenza e Limite
6. Riviste
7. La mia Amica
8. Questione di quanti
9. Oh Mamma
10. Vivere Stanca

Web

Sito Ufficiale
Facebook

I Progetto Panico sono un problema. Sono un problema per chi, come la sottoscritta, ha un collega di nome Luigi e si ritrova, sempre nel momento meno opportuno, a canticchiare “Che cazzo ridi Luigi?!”. Decisamente un problema.
Tuttavia, questo problema di normale coesistenza sociale rivela un elemento fondamentale che penso vi freghi di più delle mie questioni lavorative: Vivere Stanca ti entra in testa. E come opporsi a brani come Frankie Monocchio che inizia con “il mio gatto c’ha il motore a scoppio, fa le fusa il doppio, fa le fusa il doppio, fa le fusa il doppio” e poi ti ingabbia in un riff da Alba dei Morti viventi?

I Progetto Panico il panico te lo fanno venire per davvero: melodie (grasse risate) ossessive e una voce che si impegna un bel po’ a essere fastidiosa e sgraziata. Hai sempre la tentazione di toglierti le cuffie e ascoltare Bach ma poi inizi a prestare attenzione ai testi deliranti cantati o recitati a velocità doppia, sculetti sui riff e canticchi i coretti. E’ fatta. Il passo successivo è scatenare il pogo con gli inquilini del condominio.
Ma non c’è solo punk in questo disco, nossignore. L’ottima produzione, non per nulla c’è lo zampino di Karim Qqru (The Zen Circus, La Notte dei Lunghi Coltelli), ci regala un album grezzo ma sornione, furbescamente scarno con un bel po’ di cose al punto giusto. Come non restare rapiti dagli “ha-ha-ha-ha-ha-ha-ha” vintage di Luigi, o dal “giùgiùgiù” di Anni ’90? Brevità, questo un altro pregio di Vivere Stanca: 10 tracce lampo e tutti a casa.
Aggiungo anche che, in un momento in cui la maggior parte dei gruppi pare prendersi molto sul serio, il sarcasmo e l’autoironia dei Progetto Panico arrivano come una manna dal cielo. Certo, ci mettono un po’ tutti alla berlina e non hanno gran simpatia per chi piange (E allora Godi), ma dalla parte del torto ci si mettono pure loro e se prendono per il culo le lacrime lo fanno perché sanno bene che servono a poco.
Pochi passi falsi, concentrati nei brani più “lenti” (parolona) come Assenza e Limite e soprattutto Vivere Stanca; sì perché è forse qui che l’album mostra un po’ il fianco, facendo l’occhiolino al cantautorato più recente. In questo caso, l’esperimento non è riuscitissimo ma non del tutto controproducente; anche queste variazioni sul tema contribuiscono a rendere Vivere Stanca un album ricco e (sognavo di dirlo da tempo) con prospettiva. Sono queste derive meno riuscite che evitano la categorizzazione manichea di questo album, non possiamo infatti piazzarlo in tutta tranquillità sullo scaffale pop/punk da seratona-degrado. Credo infatti che i musicanti di Spoleto abbiano altro da dire, e che troveranno vari modi per dirlo. A questo proposito, la chiusura elettronica di Vivere Stanca è tanto disorientante quanto geniale: chi se lo sarebbe mai aspettato?

Vivere stanca può provocare ansia, panico, nervosismo, impazienza, labirintite, citazionismo folle (Questione di Quanti) e propensione alla rissa; per questo, è decisamente consigliato. E come direbbero a Livorno, ah bène.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=WRPRx1kZz0c[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni