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Animals As Leaders – The Joy Of Motion

2014 - Sumerian Records
djent/metal

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Tracklist

01. Ka$cade
02. Lippincott
03. Air Chrysalis
04. Another Year
05. Physical Education
06. Tooth And Claw
07. Crescent
08. The Future That Awaited Me
09. Para Mexer
10. The Woven web
11. Mind-Spun
12. Nephele

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Sono anni che ci spero. In cosa? Che quella belva disumana di Tosin Abasi si smarchi dai suoni di un genere che per me non esiste ma che per molti è legge: il cosiddetto djent metal (che poi Tosin non lo definisca così è quasi del tutto certo ma è così che i patiti del genere amano sollazar la lingua). Cosa esso sia ancora oggi fatico a capirlo, ma ne ho inteso i suoni e le band che costellano questo miniverso di pura noia mi danno i nervi come poche altre cose al mondo, ad esempio la gente che mangia con la bocca aperta. E fidatevi, mi da assai fastidio.

Perché in assenza del gelo irritante che permea le batterie di questo “The Joy Of Motion” probabilmente avrei goduto molto di più. Ma è il progetto Animals As Leaders che forse “impone” questa scelta. Alla produzione di tutto ciò in effetti troviamo Misha Mansoor che fa parte nientepopodimenoche dei Periphery, una delle band che più mi fanno rimpiangere un esercito di screanzati che mangiano a bocca aperta. E infatti, come una coltellata tra le palle, arrivano i suoni di batteria che mi fanno il cazzo in quattro. L’opener “Ka$cade” mi illude nei primi secondi con una texture splendida di mr. Abasi, poi parte la mitragliatrice e via, palle cadute inesorabilmente. “Lippincott” è rovinata, alle mie orecchie, da arpeggiatori synth che, con il loro slancio di fusion gelida, spezzano la giusta tensione dettata dai polirtmi creati dall’incastro delle chitarre, paroloni eh, salvo riprendersi nel thumb and slap micidiale che a metà brano apre la strada alle textures che mi fanno ritornare voglia di dire “CAZZO IL JAZZMETAL ESISTE”. Purtroppo non è vero. Fusion a incastro ipercinetico è “Air Chrysalis” che mostra il giusto lato delle cose, non so se il tributo a Jeff Beck (o agli Aristocrats) è realmente pagato negli slanci solisti delle chitarre, ma c’è materiale per mettersi in salvo. E ancora la batteria e i synth vengono a rompere le uova nel paniere (leggi palle) ad un bell’inizio funkadelico e ad un tocco jazzy che levati in “Another Year” come nell’electrofusionfunkmyguitarwantstokillyourmama di “Pshysical Education”. Delle cyber infezioni del cazzo di “Crescent” proprio non parliamone. L’unica vera luce in questo buio sfiancante la vedo nelle splendide melodie soffiate di “The Future That Awaited Me”, dagli slanci melodici d’altri tempi, che ti fan dimenticare della batteria, che se sparisse anche nel flamenco micidiale e acustico di “Para Mexer” mi farebbe godere della goduria che Abasi con le sue manone sa creare.

E invece no. La nuova fusion? Il vecchio djent? La verità è che, a me, Tosin Abasi piaci da solo. O coi T.R.A.M., quelli sì che sono fighi.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=xSbglZHpnho[/youtube]

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