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M'Importa 'Na Sega

M’Importa ‘Na Sega #11: IGGY POP – T.V. Eye

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È giovedì ma io no. L’unica rubrica derubricata in partenza nasce in un giorno di neve fitta sull’appennino e di pioggia stronza dentro casa mia.
Per interrompere il conato di bestemmie in corso ho pensato di aver bisogno di fare una cosa bella e inutile.
Come questa, ossia raccontare attraverso particolari storie (quanto più possibile non troppo note) di musicisti, dischi, canzoni e concerti, prestando ad essi ulteriori spunti a tema, equivoci maldestri e ricami personali con pretesa assoluta di incompletezza e strettamente ove impossibile e fuorviante, come fosse antani.

M’Importa ‘Na Sega #11: Canzone preferita di sempre del momento: Iggy Pop – T.V. Eye

Non ho mai capito perchè se non hai letto Nietzsche sei uno stronzo ma se non hai mai ascoltato “Funhouse” va tutto bene. Quanta ipocrisia, deve aver pensato Iggy negli anni ’60, incendiando con la sua anarchia estrema lo scenario culturale americano. Nessuno capiva da dove venisse tutta quella foga quando gli Stooges calcarono i primi palchi e incisero i primi dischi: Iggy era un posseduto che rivelava un messaggio incomprensibile.
Non esiste nella storia della musica un disco più nichilista, depravato e votato all’autodistruzione di questo. E lui, Iggy, ossia il più grande frontman della storia del rock , come ogni diavolo che si rispetti è ancora vivo nonostante un consumo di sostanze pari a quello dell’ultimo secolo di tutto il Paraguay (nella sua biografia si legge che ad Haiti si faceva cocktail a base di Coca Cola e Pina colada mischiate con tintura canforata d’oppio).
Lunga vita all’Iguana, che sarà poco democratico in tempi così politically correct, ma che ha liberato più persone dell’esercito americano.

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