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Interviste

Intervista agli OCEAN CLOUD

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Li abbiamo ospitati un paio di mesi fa con lo streaming del loro nuovo EP “Letters”. Siamo andati ad approfondire il discorso con gli Ocean Cloud: quattro chiacchiere per scoprire meglio questa band e il loro ultimo lavoro.

Ciao Ocean Cloud! Parlateci di “Letters”, l’ultimo lavoro.
Ciao ragazzi! Letters è il frutto di un percorso iniziato circa un anno fa. Avevamo cambiato il batterista e volevamo registrare alcuni pezzi che suonavamo live già da tempo. Ne abbiamo approfittato per lavorarci con calma, cercando di far salire la qualità dei pezzi a livello di struttura della canzone, linee ritmiche e melodie vocali. Possiamo dire che siamo soddisfatti del risultato!

Le melodie sono davvero degne di nota. Come componete il vostro materiale?
I pezzi li scrive tutti Pier Francesco. Di solito funziona che lui arriva in sala prove con un nuova canzone e da lì iniziamo a provarla e a collaborare e modificare le tracce dei singoli strumenti. Mentre facciamo ciò litighiamo spesso, ma è proprio lì il bello!

L’EP suona molto bene, con chi avete lavorato per raffinare il suono?
Innanzitutto abbiamo lavorato sul “come volevamo farlo suonare”, preregistrando i pezzi con il nostro caro amico Ivan King, nella nostra sala prove. Da lì abbiamo tirato fuori quello che andava bene e quello che invece non andava e ci siamo chiusi all’Elfo Studio, nella campagna piacentina, con il fido Francesco Rabaglia. Oltre a raffinare il suono, ci è servita molto come esperienza anche a livello di amalgama di gruppo. E abbiamo mangiato un sacco di pisserei.

Quali sono i vostri obiettivi futuri?
In realtà non ci siamo posti particolari obiettivi. In questo momento ci interessa portare in giro la nostra musica e suonare in situazioni stimolanti e divertenti. Se dovessimo dire un obiettivo in questo momento, ci piacerebbe registrare un disco all’estero e fare un mini-tour in America.

La data più bella che avete fatto?
Sicuramente le date in Inghilterra sono state indimenticabili, in particolare quelle al Cavern di Liverpool e al Nambucca di Londra. Quando suoni da quelle parti si percepisce, nel pubblico e da parte dei gestori, una cultura musicale e un approccio alla musica veramente di un altro pianeta rispetto a come siamo abituati in Italia. Per citarne una dalle nostre parti, ultimamente siamo stati a suonare alla Limonaia di Fucecchio, veramente una situazione stimolante. Bella gente, pubblico appassionato di musica: ci siamo divertiti!

Parlateci del nome del gruppo. Ocean Cloud suona piuttosto bene.
In realtà nasce da una storpiatura di un verso di una canzone di John Lennon, Julia. Ci piaceva l’idea di pensare a qualcosa che si collocasse a metà strada tra la cultura inglese e americana, che sono poi le due culture che ci hanno plasmato musicalmente. Una nuvola sull’oceano era il mezzo che rendeva meglio questo concetto.

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